Galleria Fotografica di Danilo Garcia Di Meo per i 10 anni del Comitato Testamento Solidale
La generosità cambia il mondo
Assicurare cibo, salute e istruzione a milioni di bambini in tutto il mondo. Proteggere e preservare il pianeta, sempre più investito dall’emergenza climatica. Garantire acqua, vita e una prospettiva di sviluppo ai più poveri e bisognosi, sia nei loro Paesi di residenza sia quando, spinti dalla disperazione, arrivano nei Paesi più ricchi, incluso il nostro.
Sono obiettivi ambiziosi, giganteschi, che a prima vista sembrerebbero al di sopra delle nostre forze. Invece, sono le leve che muovono il lavoro quotidiano di tante Organizzazioni non profit presenti nel Comitato Testamento Solidale. Organizzazioni che fanno dell’impegno a favore degli altri, a cominciare dai più deboli, la propria ragion di essere. Una parola riassume tutto questo: generosità. La generosità non solo, e non tanto, delle donne e degli uomini che operano nelle Organizzazioni non profit. Ma la generosità, soprattutto, dei milioni di persone che, nel nostro Paese, le sostengono con ogni mezzo, tra cui – sempre più importante negli ultimi anni – il lascito solidale.
Il testamento solidale è un gesto semplice, non vincolante, che può essere modificato in ogni momento senza che vengano in alcun modo lesi i diritti legittimi dei propri cari e familiari. Un gesto la cui generosità non si misura affatto con “quanto” possiamo o vogliamo lasciare: per sostenere ii lavoro quotidiano di chi si impegna ogni giorno nelle più importanti cause umanitarie, anche un piccolo lascito fa la differenza.
La forza di guardare oltre noi
Realizzare le proprie potenzialità, in una parola la libertà, è l’aspirazione di tutti gli esseri umani. Anche, e soprattutto, di coloro (tantissimi, in Italia e nel mondo) che per varie ragioni partono o vengono a trovarsi, nel corso della vita, in condizioni di grave svantaggio. Violenze, malattie, disabilità: contro tutto questo, ovunque si trovi, combattono ogni giorno tante Organizzazioni non profit. In nome, appunto, della libertà.
Libertà di professare la fede in cui crediamo, senza dover temere o subire persecuzioni. Libertà di decidere come meglio vivere la nostra vita, nel totale rispetto delle vite e delle decisioni altrui. Libertà di poter contare, in caso di malattia, sul sostegno insieme amorevole e professionale di persone affettuose e competenti. Libertà, anzi possibilità, anche in presenza di gravi disabilità, di integrarsi al meglio nella società. Libertà di sperare in una ricerca scientifica che raggiunga traguardi a lungo ritenuti irraggiungibili e invece, in molti casi, realizzatisi o comunque diventati meno lontani.
C’è, infine, un’altra libertà che il lascito solidale trasmette: non alle persone che beneficiano dell’impegno delle Organizzazioni non profit, ma a chi decide di disporre il lascito solidale per sostenerle. È la libertà di imparare a guardare ciò che è oltre noi, la libertà di pensare al futuro, anche quando non ci saremo più, lasciando una traccia indelebile di ciò che siamo e dei valori nei quali crediamo.
Soli? No, solidali
Un minore extracomunitario da poco arrivato in Italia si copre il volto forse per pudore, forse per proteggersi dopo aver subìto, durante la traversata ma anche prima, chissà quali e quanti attacchi alla propria vita e al proprio futuro. Accanto, una ragazza quel futuro lo sta costruendo, per sé e per le persone che, un giorno, beneficeranno dei suoi studi e di quelli che migliaia di ricercatrici e ricercatori stanno conducendo nel nostro Paese nel campo della salute e della medicina.
Entrambi i ragazzi appaiono, plasticamente, soli. In realtà, è vero l’esatto contrario: sono stati accolti, accompagnati, sostenuti da una rete di solidarietà che comincia dalla generosità di milioni di italiani – anche attraverso il testamento solidale – e si concretezza nei tanti progetti portati avanti dal mondo del non profit, che continuerà a seguirli nel loro percorso di autorealizzazione.
Un solo dato basta a misurare la rilevanza del problema migratorio dei più giovani: i minori stranieri non accompagnati presenti in Italia (censiti ufficialmente al 30 giugno 2023 – fonte: Governo italiano) sono quasi 21 mila, per l’esattezza 20.926, in maggioranza maschi (86,6%), hanno perlopiù 17 (44,7%), 16 (24,7%) e 15 anni (12,1%) e arrivano soprattutto da Egitto (5.341 minori), Ucraina (4.512), Tunisia (1.781), Guinea (1.174) e Albania (1.137).
Se la solitudine è il male del nostro tempo, la solidarietà è la sua unica cura, per chi la riceve e per chi la fa.
Con più deboli sempre e ovunque
Negli ultimi dieci anni le condizioni di vita, in Italia e nel mondo, sono cambiate. E non in meglio. Questo pensiamo e sentiamo – ci raccontano gli studi sui comportamenti individuali e collettivi – e questa percezione di peggioramento riguarda tutte le dimensioni della nostra vita: non solo oggi ci sembrano molto più probabili guerre e pandemie, ma appaiono seriamente deteriorate le condizioni economiche, sociali e ambientali del nostro Paese e del pianeta.
Molti reagiscono con pessimismo e rassegnazione, ripiegandosi su un ristretto orizzonte individualistico. Ma non è così per tutti: gli stessi studi ci dicono che in dieci anni è cresciuto decisamente il numero di chi afferma di voler impegnarsi personalmente per una buona causa e per il bene comune. In particolare, in favore delle persone in condizioni di maggior disagio e difficoltà. Inoltre, ben due italiani su tre (63%) riconoscono nelle Organizzazioni non profit e di volontariato il soggetto più di ogni altro impegnato nella costruzione di una società migliore, più equa e sostenibile.
Con il progressivo affermarsi di questo nuovo quadro di valori, scelte quali le donazioni, l’impegno nel volontariato e – ultimo ma non per importanza – il lascito solidale potranno ulteriormente estendersi e trovare un solido fondamento, contribuendo a dare un senso più pieno tanto alla nostra vita quanto a quelle delle persone più deboli e sfortunate.