Lascito ereditario: quattro chiacchiere con Marino Niola

Il lascito ereditario è un gesto di generosità che dura nel tempo. C’è chi dona per gratitudine, chi per realizzare un sogno, e chi ritiene corretto rimettere in circolo una parte della buona vita avuta. C’è chi lo fa semplicemente perché “Why not?”.

Eppure, il gesto del donare non è mai banale. Sociologi, filosofi, antropologi, economisti e studiosi delle scienze umane si interrogano da secoli sul significato di questo gesto. «In ogni civiltà, nella tribù più primitiva come ai giorni nostri», spiega l’antropologo Marino Niola, docente all’Università di Napoli, «il dono non è un’eccezione ma la regola del vivere insieme».

 

Lascito Ereditario: Un Dono che Supera il Tempo

I lasciti testamentari sono un dono?

“Direi di sì: il testamento solidale ha questa capacità di rendere visibile e manifesta una relazione. Non solo nel momento presente, ma anche nel tempo a venire. Un lascito travalica i limiti intrinseci dell’umano, della finitudine del corpo e del tempo e spalanca le porte verso il futuro. Il lascito ha una temporalità che lo distingue da qualsiasi altro tipo di dono: si attiva quando si è in vita, ma si concretizza con la morte del testatore.

Benché un testamento solidale sia un dono che non può essere contraccambiato, è altrettanto vero che colui che dona riceve comunque indietro qualcosa: l’eternità. Io direi proprio che un lascito rende eterna la persona che dona. Ciò che si dona, come ha spiegato Marcel Mauss, nel suo magistrale Saggio sul dono, acquisisce un’anima, una sorta di scia umana, un prolungamento di chi dona”.

Chi fa un dono alla fine ci guadagna sempre, quindi?

“Il dono non è uno scambio mercantile, non richiede infatti un’estinzione del debito. Anzi, talvolta non la prevede nemmeno. Infatti, l’obbligo di restituire il dono è morale, non contrattuale: non ci sono modi e tempi rigidi o sanzionabili, ma solo fiducia. Ciononostante, io dire che sì, chi dona alla fine ci guadagna. In fondo, dare è sempre ricevere. Lo dice l’etimologia della parola dare, da una radice “do” che in molte lingue forma sia il verbo dare che il verbo prendere”.

Cosa “guadagna” chi fa un lascito ereditario?

“Guadagna umanità. E “incassa” un effetto di ritorno della solidarietà che alla fine innesca un circolo virtuoso. Che rinsalda il legame sociale, fa crescere l’autostima, gratifica il nostro senso morale”.

 

Il Significato del Dono nella Società

Professor Niola, ma quindi a cosa serve un dono?

“Un dono non serve a soddisfare dei bisogni immediati e materiali né a procurarsi dei beni, ma è uno strumento che rafforza i legami esistenti e ne genera degli altri. Mi piace pensare ai doni come dei “legami materializzati”. Relazioni che non hanno bisogno del denaro. Sentimenti che non si comprano e non si vendono”.

Nella società dei consumi che significato ha il dono?

“A fare la società non sono solo gli interessi ma la generosità disinteressata, che non può essere ridotta ad economia, se non a scapito della tenuta del legame sociale. In questo senso, la legge del dono rappresenta l’anima buona della società. Non a caso le parole che accompagnano i regali nelle diverse lingue — grazie, prego, non era necessario, che bel pensiero — hanno sempre a che fare con l’amicizia, l’armonia, la riconoscenza, la grazia. Molte religioni fanno nascere il mondo da un dono che gli uomini fanno al dio. E che il dio ricambia”.

Noi siamo abituati a usare come sinonimi “dono” e “regalo”. Quale differenza c’è?

“Se leggiamo bene nelle maglie di queste parole, ciascuna ha un significato preciso. Donare significa dare spontaneamente senza attendersi contropartita ma concedendo per favore o generosità. È un’azione diversa dal regalare che è dare ad altri liberamente una cosa ritenuta utile e gradita”.

Ed è per questo che il lascito ereditario che va oltre il semplice regalare e si concretizza nell’idea di dono, forse quello più puro. Un gesto che non solo rafforza i legami sociali e morali, ma lascia un’impronta duratura, garantendo che la generosità e l’umanità del donatore continuino a vivere nel tempo.