Tifosi della Ferrari. Si dona anche per gioia

Il sostegno di Amedeo ad AIRC: una storia di dedizione e amore

Le sue motivazioni, talvolta, strappavano un sorriso: la vittoria della Ferrari o lo scudetto della Lazio. Si dona per gioia, oltre che perché si crede in ciò che la donazione permetterà di realizzare. Il signor Amedeo ha sostenuto AIRC per vent’anni, prima che il tumore colpisse la sua famiglia: poi, in memoria della moglie Pierita, mancata per un carcinoma dell’endometrio, Amedeo decise di fare un passo in più e di destinare un lascito alla ricerca.

A pennellare la storia di Pierita e Amedeo è Federico Caligaris Cappio, direttore scientifico di Fondazione AIRC: «Per curare è indispensabile capire e per capire occorre fare ricerca. Tutta la nostra ricerca è rivolta verso una precisa missione: trovare la cura del cancro. I lasciti testamentari danno un contributo importantissimo per raggiungere questo obiettivo, basti pensare che, dal 1981 al 2020, hanno messo a disposizione della ricerca 426 milioni di euro». I lasciti sono utilizzati su tre direzioni «diverse ma tutte importanti», ribadisce il direttore scientifico.

 

L’importanza dei lasciti testamentari per AIRC

Ma cosa vuol dire fare un testamento solidale a favore di AIRC? Innanzitutto, ci sono le borse di studio per giovani ricercatori e i progetti di ricerca. Entrambi possono essere intitolati alla memoria di una persona cara: «È uno stimolo ulteriore. Quel nome porta spesso con sé una vicenda legata a un tumore e questo ci ricorda continuamente che il nostro lavoro serve per scoprire qualcosa che impedisca che altri soffrano».

Una terza importante destinazione è l’Ifom — Istituto di oncologia molecolare, fondato nel 1998 proprio grazie ai lasciti, con l’obiettivo di comprendere le basi della formazione e dello sviluppo dei tumori e di trasferire le conoscenze al letto del paziente nel più breve tempo possibile: «Studiando i meccanismi a livello molecolare si capisce come i tumori nascono e si sviluppano, e quindi come trovare cure per interferire con la loro crescita. È un centro di valore internazionale, che oggi conta circa 300 ricercatori, di cui il 25% stranieri, a riprova di come l’Italia possa essere attrattiva per i migliori cervelli, se la ricerca viene sostenuta da investimenti ingenti, che favoriscono studi coordinati e collaborazioni internazionali».

Fra i progetti sostenuti grazie all’eredità di Amedeo, c’è quello della dottoressa Maria Paola Martelli dell’Università di Perugia. Spiega Caligaris Cappio: «Lavora a un innovativo approccio terapeutico “chemo free” per trattare la leucemia acuta mieloide. Un progetto all’avanguardia e che risponde ai desideri dei pazienti, perché tutti sanno che la chemioterapia è utile ma tutti la temono. Se il progetto arriverà a buon fine, ne beneficeranno i pazienti di tutto il mondo».