Testamento solidale per prendersi cura della natura: la scelta di Chiara

«Un incidente di montagna mi ha stravolto la vita. È stata questa la scintilla che mi ha spinta a prendere carta e penna e scrivere il mio testamento, a soli 48 anni. Sono stata parecchio male, ma avrei potuto riportare conseguenze molto più severe. In quel momento ho proprio realizzato come basti un attimo per non esserci più e mi sono domandata: “E se succedesse a me, che cosa ne sarebbe di tutti i miei beni?”».

Chiara Delfini ha inserito anche Greenpeace tra quanti beneficeranno della sua eredità. «Non ho figli e non ho un compagno. Ho iniziato a lavorare quando ero molto giovane e, all’inizio, ho dovuto fare enormi sacrifici, ma oggi fortunatamente posso contare su un lavoro appagante (sono una progettista elettronica) e ben retribuito. Vorrei che il frutto di questo mio percorso andasse a sostegno di ciò che, per me, è sempre stato importante: il rispetto della Terra su cui viviamo e la tutela degli animali che, come gli umani, sono ospiti di questo meraviglioso Pianeta».

Dopo l’incidente, Chiara ha cominciato a cercare consigli su come procedere per realizzare il suo desiderio. «Ero un po’ titubante, perché credevo che firmare un lascito fosse un’operazione difficile e onerosa. Invece ho trovato una notaia competente che mi ha guidata nei pochi passaggi necessari. Ora lei conserva una busta con le mie volontà; un’altra copia l’ha mia sorella e un’altra ancora la serbano Greenpeace e Sea Shepherd Italia», le due associazioni a cui andranno una quota dei suoi averi.

 

Un lascito solidale in linea con i propri principi

L’animo green di Chiara è sempre stato spiccato, fin da piccola. Segue un’alimentazione vegana, acquista principalmente prodotti del commercio equo solidale, come volontaria si occupa di gatti randagi. Quando era bambina piangeva se venivano estirpati degli alberi o se vedeva animali feriti. «Desidero che anche ciò che di materiale potrò lasciare, segua coerentemente i valori nei quali ho sempre creduto e che hanno orientato le mie scelte quotidiane».

È talmente orgogliosa della sua scelta da aver provato a incoraggiare qualche amica in questa direzione. «Alcune non ci avevano mai pensato, ma poi hanno iniziato a rifletterci». Per chi ha figli, la scelta di lasciare tutto a loro appare scontata, ma effettivamente destinare anche una piccola parte dei propri beni a una causa sociale non toglie nulla ai propri eredi: «La mia esperienza è diversa: la casa andrà ai miei famigliari, mentre la liquidità che ci sarà sul conto corrente avrà una destinazione solidale. Mi piace pensare che in questo modo potrò contribuire alla salvaguardia dell’ambiente e alla tutela dei cuccioli».