AIL

Tornare a sognare una vita normale grazie al lascito solidale

“Lascio in eredità un sogno”. Ecco la storia di Bruna che ha donato i suoi risparmi ad AIL per trovare una cura contro i tumori del sangue

Cosa significa per AIL un lascito?

Con un lascito testamentario possiamo cambiare il destino dei pazienti con un tumore del sangue. Oggi un paziente – grazie ai progressi della ricerca – non solo può pensare ad un domani libero dalla malattia, ma può tornare a sognare una vita il più possibile normale. C’è ancora tanto da fare, ma come ci ha tramandato il nostro fondatore il prof. Franco Mandelli, dobbiamo sviluppare nuove terapie per sconfiggere la malattia ma dobbiamo anche rimanere al fianco del paziente prendendocene cura in tutte le difficili fasi della malattia.

Sappiamo che ogni lascito è una storia a sé, ce ne racconta una in particolare?

 

UN’AMICA SPECIALE

IO SOTTOSCRITTA LASCIO IN EREDITA’ UN SOGNO: una cura contro i tumori del sangue questa è scelta di Bruna con testamento olografo ha lasciato tutti i suoi risparmi in banca all’Associazione con la richiesta che quando sarebbero stati disponibili fossero utilizzati per finanziare la ricerca per le leucemie mieloidi acute e all’assistenza domiciliare per i pazienti.

Non è facile vedere una cara amica ammalarsi e combattere contro un tumore del sangue, perché assieme alla persona si ammala la famiglia e quel microcosmo di affetti che girano attorno alla vita del paziente. Nella lotta quotidiana contro la malattia ci si rende conto di quanto sia importante avere un supporto non solo medico, ma anche psicologico, perché l’unico conforto nel dolore è la consapevolezza che si stia facendo tutto il possibile per garantire ai pazienti un diritto fondamentale: quello di continuare a sognare.

Questa è esattamente la storia del lascito di Bruna che negli anni ’90, quando era un giovane medico, ha lottato accanto Gabriella contro una leucemia mieloide acuta. La diagnosi per le due donne è arrivata come una doccia fredda.  I medici hanno tentato di tutto, dal trapianto all’’utilizzo di nuovi farmaci, ma senza successo. Gabriella, purtroppo, non è riuscita a sconfiggere la malattia.

Per Bruna il dolore è stato molto forte e si è resa conto da medico di quanto anche l’amica avesse fiducia nella scienza e in alcuni protocolli innovativi che si stavano iniziando ad utilizzare e che se solo avesse avuto più tempo le avrebbero di vivere meglio e più a lungo. Tenere vivo il ricordo di Gabriella significava non far morire il sogno di aiutare altri pazienti come Lei a trovare una cura contro la malattia e così ha maturato l’idea condivisa con i suoi cari di disporre un lascito solidale per l’AIL.

A quali progetti sono destinati i soldi delle donazioni?

La generosità di Bruna e quella di tante altre persone che hanno scelto questa forma di donazione che in fondo non ci toglie nulla perché si concretizzerà solo quando non ci saremo più, hanno fatto la differenza per i pazienti che oggi hanno la stessa patologia di Gabriella ma hanno molte più possibilità di sopravvivenza rispetto ad allora.

Per questo i fondi che riceviamo dai lasciti solidali sono significativi e irrinunciabili per garantire sostenibilità ai progetti che, da oltre 50 anni AIL solo grazie alle donazioni di privati cittadini ed aziende, porta avanti per trovare nuove terapie, sostenere i reparti di Ematologia, permettere ai pazienti una migliore qualità di vita essendo curati a domicilio o ospitati gratuitamente nelle Case Alloggio durante le terapie.


Responsabile AIL Monica Ramazzotti