Ricerca contro il cancro -Fondazione Veronesi

Da paziente ad attivista della Fondazione Veronesi: la storia di Gigliola

«Sono una donna di 57 anni, salvata dalla ricerca scientifica. Ecco perché lascerò parte della mia eredità a Fondazione Umberto Veronesi». Le motivazioni che hanno spinto Gigliola Foglia a intestare una polizza vita alla Fondazione sono cristalline, granitiche. Le porta scritte sulla propria pelle.

 

La scoperta del lascito solidale

«Quattro anni fa mi è stato diagnosticato un carcinoma mammario e ho intrapreso un percorso di cura e terapie per guarire. Col passare del tempo poi mi sono sempre documentata sull’importanza della ricerca scientifica per l’avanzamento e il miglioramento delle cure per combattere i tumori».

Qualche tempo dopo, leggendo un giornale, Gigliola ha scoperto che avrebbe potuto destinare a Fondazione Umberto Veronesi delle somme di denaro, quadri, gioielli, appartamenti, ma anche una polizza assicurativa, per sostenere la ricerca scientifica d’eccellenza.

«Avevo da parte qualcosina», racconta. «Ossia l’eredità dei miei genitori, più il capitale della mia pensione integrativa. Non avendo eredi diretti, poiché non ho avuto figli, mi sono detta: “Ma sì, dai, posso farlo anche io. Perché no?”. Le procedure sono state estremamente semplici».

 

Un testamento alla Fondazione Veronesi per continuare ad aiutare

«Intestare a Fondazione Umberto Veronesi la mia polizza è stata una scelta dettata dal desiderio di dare il mio concreto contributo per essere al loro fianco, per continuare fattivamente a sostenere la ricerca scientifica e poter, in questo modo, aiutare altre persone malate. Sono assolutamente sicura che ogni somma, anche piccola andrà a buon fine. Ma è stato anche un modo per contrastare l’apatia morale di chi si volta dall’altra parte, dimenticando i più bisognosi».

Gigliola ha fatto dell’impegno civile e sociale un mantra della propria esistenza. Terminata la convalescenza, è diventata anche una volontaria di Fondazione: «Sono responsabile di un banchetto per l’evento nazionale, nato per raccogliere fondi a sostegno della ricerca scientifica sui tumori che colpiscono i bambini e gli adolescenti, che si tiene ogni anno ad aprile. E sono una sostenitrice mensile anche di altre associazioni che si dedicano alla salute degli individui e a quella degli animali. È un impegno che ho preso tempo fa e che vorrei che continuasse anche quando non ci sarò più».

Anche la pandemia ha rafforzato le sue convinzioni: «Questo periodo molto difficile», conclude Gigliola, «ha reso ancora più evidente che, per reagire all’indifferenza, l’unico anticorpo efficace è davvero la solidarietà che travalica i limiti del tempo, dello spazio, del corpo».