Il nostro aiuto in aree di crisi a difesa dei cristiani perseguitati per la loro fede

Quattro domande a Elvira Zito, referente lasciti di ACS – Aiuto alla Chiesa che Soffre.

Quanto conta per ACS la raccolta fondi in lasciti solidali?

“Storicamente è sempre stata una componente rilevante e con il trascorrere degli anni lo è diventata sempre di più, a riprova dell’aumentata sensibilità verso il lascito solidale. Fare in modo che, anche dopo la propria morte, si rimanga al fianco dei cristiani perseguitati, è diventato un tratto ricorrente tra i nostri benefattori. Peraltro, è significativo ricordare che a disporre un lascito spesso sono coloro che in vita non hanno avuto la possibilità di essere grandi donatori; talvolta arriva perfino da chi non è mai stato nemmeno benefattore… Sono casi come questi la migliore dimostrazione che la sensibilità delle persone verso i cristiani perseguitati va oltre le nostre aspettative”.

Sappiamo che ogni lascito è una storia a sé. Ne ricordi una in particolare?

“Sicuramente quella di Beatrice che negli ultimi anni della sua vita aveva preso molto a cuore quanto stava accadendo ai cristiani in Iraq. In una sola notte l’ISIS – era l’agosto 2014 – con ferocia inimmaginabile, mise a ferro e fuoco i villaggi cristiani della Piana di Ninive. Oltre 100.000 cristiani dovettero abbandonare tutto e raggiungere, con un vero e proprio esodo, la regione del Kurdistan iracheno. Beatrice seguì questa tragica vicenda con grandissima partecipazione. Dopo che l’ISIS era stato sconfitto, negli ultimissimi mesi della sua vita terrena, Beatrice poté assistere al rientro a casa delle prime famiglie cristiane. Sapeva bene però che in futuro le necessità sarebbero state enormi, perché tutto nella Piana di Ninive era stato distrutto per impedire che essa tornasse cristiana”.

Cosa successe esattamente?

“Dispose un lascito testamentario, destinandolo specificatamente al sostegno del rientro dei cristiani in quel territorio. Questo lascito ha subito contribuito al Fondo speciale che la nostra Fondazione aveva costituito per la ricostruzione delle case e per il ripristino di scuole e ambulatori medici in varie località della Piana. Oggi la vita di questi cristiani sta lentamente tornando alla normalità ed essi sanno che ciò è reso possibile anche dalla generosità di chi, come Beatrice, è loro fratello nella fede”.

A quali progetti sono destinati i soldi delle donazioni?

“Se il lascito non è fatto indicando un’intenzione, che viene sempre rispettata, il suo impiego è destinato ai progetti urgenti. Spesso, infatti, l’aiuto che ci viene chiesto dalla Chiesa in aree di crisi per la persecuzione contro i cristiani (la Siria, la Nigeria, il Pakistan e molte altre ancora), se non fosse tempestivo vedrebbe compromesso il raggiungimento dell’obiettivo della nostra Fondazione e dei nostri benefattori: aiutare i cristiani a resistere alla persecuzione che impedisce loro di vivere liberamente la propria fede e spesso ne mette a rischio la vita”.