2019 . Al via l’Open Day Solidale presso 60 consigli notarili: appuntamento il 13 settembre

In occasione della Giornata Internazionale del Lascito Solidale, il Comitato Testamento Solidale in collaborazione con il Consiglio Nazionale del Notariato lancia la prima edizione dell’Open Day Solidale: coinvolti 60 Consigli Notarili Distrettuali in tutta Italia per offrire consulenza gratuita a chi vuole saperne di più su questa forma di donazione.

Alla vigilia della Giornata internazionale del lascito solidale (13 settembre), il Comitato Testamento Solidale – composto da 22 prestigiose organizzazioni non-profit – ActionAid, AIL, AISM, Fondazione Don Gnocchi, Lega del Filo d’Oro, Save the Children, Aiuto alla Chiesa che Soffre Onlus, Amnesty International, Amref, CBM, Greenpeace, Intersos, Istituto Pasteur Italia Fondazione Cenci Bolognetti, Operation Smile Italia Onlus, Fondazione Telethon, Fondazione Umberto Veronesi, Progetto Arca, Telefono Azzurro, Unicef, Università Campus Bio-Medico di Roma, Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti, Vidas – con il patrocinio del Consiglio Nazionale del Notariato, promuove l’evento “Testamento Solidale. Quando i grandi progetti non hanno età”, che avrà luogo a Roma, il prossimo 12 settembre, nella cornice della Casa del Cinema. L’evento sarà un’occasione per accendere i riflettori sul testamento solidale e scoprire – attraverso la presentazione dei risultati di un’inedita indagine GFK Italia – cosa significa per gli Italiani fare qualcosa di grande. Un racconto a più voci grazie al coinvolgimento di rinomati esperti su questo importante fenomeno e un momento per presentare la prima edizione dell’iniziativa “Open Day Solidale” che il 13 settembre coinvolgerà i Consigli Notarili Distrettuali di tutta Italia per offrire informazioni e consulenza gratuita a chi vuole saperne di più sul testamento solidale.

Infatti, grazie alla collaborazione con il Consiglio Nazionale del Notariato, partecipano all’iniziativa circa 60 Consigli Notarili Distrettuali di tutta Italia (Agrigento e Sciacca, Arezzo, Avellino e Sant’Angelo de’ Lombardi, Bari, Belluno, Benevento e Ariano Irpino, Biella e Ivrea, Bologna, Brescia, Cagliari, Lanusei e Oristano, Campobasso, Isernia e Larino, Cassino, Catania e Caltagirone, Como e Lecco, Cosenza, Rossano, Paola, Castrovillari, Cremona e Crema, Enna e Nicosia, Ferrara, Firenze, Pistoia e Prato, Foggia e Lucera, Forlì e Rimini, Genova e Chiavari, Grosseto, L’Aquila, Sulmona e Avezzano, Lecce, Livorno,  Lucca, Mantova, Messina, Barcellona Pozzo di Gotto, Patti e Mistretta, Milano, Busto Arsizio, Lodi, Monza, Varese, Modena, Napoli, Torre Annunziata e Nola, Padova, Palermo e Termini Imerese, Palmi, Parma, Perugia, Piacenza, Pisa, Potenza, Lagonegro e Melfi, Ragusa e Modica, Ravenna, Reggio Emilia, Roma, Velletri, Civitavecchia, Salerno, Nocera Inf., Vallo d. Lucania e Sala Consilina, Sassari, Nuoro e Tempio Pausania, Savona, Siena e Montepulciano, Siracusa, Taranto, Torino e Pinerolo, Trani, Trento e Rovereto, Udine e Tolmezzo, Venezia, Verbania, Verona, Vicenza e Bassano del Grappa, Viterbo e Rieti).

Nel corso dell’Open Day Solidale i notai offriranno dalle 16:00 alle 19:00 presso le sedi dei Consigli Notarili consulenza gratuita sul lascito solidale a tutte le persone interessate a saperne di più e sarà possibile confrontarsi su come si fa un testamento solidale, come tutelare la famiglia e far in modo che le proprie volontà vengano eseguite dopo la morte, cosa si può donare in beneficenza, solo per citare alcuni casi.

Se è vero che in Italia il 5% degli over 50 (25,5 milioni circa) ha già fatto o pensa di fare un lascito solidale (percentuale in lenta ma costante ascesa tanto che sul 2016 è cresciuta del 15%), è anche vero che il nostro Paese è ancora fanalino di coda in Europa. Basti pensare che in Germania il lascito solidale è un’opzione concreta per un over 60 su 10 e i propensi sono oltre il 30% dei senza figli; e in Inghilterra già nel 2013 il 6% dei testamenti aperti includeva una quota a favore di un’organizzazione umanitaria. Il Comitato e l’omonima campagna sono nati con l’obiettivo di informare e sensibilizzare la popolazione sull’importanza del lascito solidale. 

Il lascito solidale è una tendenza in crescita anche nel jet-set, dove molte star internazionali hanno fatto ben parlare di sé per la decisione di voler lasciare in beneficienza una parte (a volte la totalità) dei propri beni. Alcuni esempi eccellenti sono Sting, Bill Gates, Robin Williams, George Lucas, fino a Ashton Kutcher e Mila Kunis che hanno dichiarato di lasciare tutti i propri averi a sostegno di cause sociali.

Ma tanti ancora non sanno che l’ordinamento giuridico italiano ha una peculiarità e tutela sempre la famiglia a cui destina la quota legittima. Per la quota disponibile invece, si può scegliere liberamente di contribuire ad una causa benefica, anche devolvendo una piccolissima parte dei propri beni o un oggetto, come un prezioso o una polizza. Affinché le proprie volontà vengano rispettate è sempre bene, prima di redigere un testamento, avvalersi del supporto di un notaio.

Non è indispensabile avere grandi patrimoni per compiere un gesto di solidarietà. Oggi, con un lascito solidale anche chi si trova in una condizione economica e sociale non privilegiata può con una piccola somma di denaro “fare la differenza” e contribuire in maniera significativa al “bene comune”.

Cura e innovazione al servizio dei più fragili: la storia della signora Alba

La nostra intervista a Eufrasia Novellini, Responsabile Lasciti Testamentari di Fondazione Don Gnocchi.

Quanto conta per Fondazione Don Carlo Gnocchi la raccolta fondi in lasciti solidali?

“Ha un ruolo importante, anzi fondamentale. I lasciti solidali in Fondazione Don Gnocchi rappresentano infatti il 70% della raccolta fondi. Non è un caso che Fondazione sia tra i soci fondatori di Comitato di Testamento Solidale perché da subito abbiamo capito quanto fosse importante la promozione e la sensibilizzazione della cultura del Testamento Solidale in Italia: uno strumento così importante ma al tempo stesso ancora poco conosciuto. Eppure il lascito è un gesto semplice e consapevole perché è l’unico strumento che permette di stabilire in vita come e a chi destinare il proprio patrimonio. Compito di Fondazione Don Gnocchi, e di ogni organizzazione non profit, è quello di rendere concrete le volontà impresse nel Testamento Solidale.

Sappiamo che ogni lascito è una storia a sé. Ne ricordi una in particolare?

“Certo! Mi viene subito in mente la storia di Alba, una signora determinata e dalle idee molto chiare. Alba, molto legata alla figura di Don Gnocchi che ha conosciuto di persona e attraverso i racconti dei suoi genitori, ha chiamato la Fondazione per la prima volta nel 2011, dicendoci che avrebbe voluto destinare parte del proprio patrimonio ad un ente che potesse realizzare un aiuto concreto per persone in condizione di improvvisa fragilità dovuta a traumi e/o incidenti.”

Quale progetto ha sostenuto Alba con il suo testamento solidale?

“Grazie alla signora Alba abbiamo potuto realizzare un nuovo reparto, presso il nostro Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico (IRCCS) Santa Maria Nascente di Milano, per la cura di pazienti con gravi cerebrolesioni acquisite (GCA). La GCA è conseguente ad un danno cerebrale con esiti che producono spesso gravissime disabilità cognitive e comportamentali. In queste circostanze di particolare gravità, è fondamentale che l’alto livello di specializzazione di tutti gli operatori si sommi alla loro umanità e fraternità per realizzare progetti riabilitativi individuali in grado di offrire la più efficace risposta medica a queste situazioni di bisogno. Più di mille parole, sono le testimonianze dei familiari dei nostri pazienti che rendono l’idea dell’importanza di un reparto come questo. Mi ricorderò sempre quello che ci disse Elena, moglie di uno dei nostri pazienti: ‘A distanza di 4 mesi, Fabio riconosce i familiari e pian piano inizia a prendere parte alla quotidianità. Quello che può sembrare un granello di sabbia, per noi vale come una spiaggia intera’. Testimonianze come questa ci spingono a migliorare il nostro lavoro ogni giorno. Questa nuova unità assume infatti fra l’altro, come priorità, la sfida della ricerca scientifica correlata all’assistenza clinico-riabilitativa: l’IRCCS di Milano possiede strumenti tecnologici avanzati, come ad esempio un innovativo scanner di Risonanza Magnetica 3 Tesla che permette diagnosi sempre più accurate e quindi approcci riabilitativi sempre più tarati sulle esigenze specifiche del paziente. Alba ha consentito tutto questo: ha permesso, con il suo lascito testamentario, che gli strumenti scientifici più avanzati fossero utilizzati per la cura delle persone più fragili”.

Il nostro aiuto in aree di crisi a difesa dei cristiani perseguitati per la loro fede

Quattro domande a Elvira Zito, referente lasciti di ACS – Aiuto alla Chiesa che Soffre.

Quanto conta per ACS la raccolta fondi in lasciti solidali?

“Storicamente è sempre stata una componente rilevante e con il trascorrere degli anni lo è diventata sempre di più, a riprova dell’aumentata sensibilità verso il lascito solidale. Fare in modo che, anche dopo la propria morte, si rimanga al fianco dei cristiani perseguitati, è diventato un tratto ricorrente tra i nostri benefattori. Peraltro, è significativo ricordare che a disporre un lascito spesso sono coloro che in vita non hanno avuto la possibilità di essere grandi donatori; talvolta arriva perfino da chi non è mai stato nemmeno benefattore… Sono casi come questi la migliore dimostrazione che la sensibilità delle persone verso i cristiani perseguitati va oltre le nostre aspettative”.

Sappiamo che ogni lascito è una storia a sé. Ne ricordi una in particolare?

“Sicuramente quella di Beatrice che negli ultimi anni della sua vita aveva preso molto a cuore quanto stava accadendo ai cristiani in Iraq. In una sola notte l’ISIS – era l’agosto 2014 – con ferocia inimmaginabile, mise a ferro e fuoco i villaggi cristiani della Piana di Ninive. Oltre 100.000 cristiani dovettero abbandonare tutto e raggiungere, con un vero e proprio esodo, la regione del Kurdistan iracheno. Beatrice seguì questa tragica vicenda con grandissima partecipazione. Dopo che l’ISIS era stato sconfitto, negli ultimissimi mesi della sua vita terrena, Beatrice poté assistere al rientro a casa delle prime famiglie cristiane. Sapeva bene però che in futuro le necessità sarebbero state enormi, perché tutto nella Piana di Ninive era stato distrutto per impedire che essa tornasse cristiana”.

Cosa successe esattamente?

“Dispose un lascito testamentario, destinandolo specificatamente al sostegno del rientro dei cristiani in quel territorio. Questo lascito ha subito contribuito al Fondo speciale che la nostra Fondazione aveva costituito per la ricostruzione delle case e per il ripristino di scuole e ambulatori medici in varie località della Piana. Oggi la vita di questi cristiani sta lentamente tornando alla normalità ed essi sanno che ciò è reso possibile anche dalla generosità di chi, come Beatrice, è loro fratello nella fede”.

A quali progetti sono destinati i soldi delle donazioni?

“Se il lascito non è fatto indicando un’intenzione, che viene sempre rispettata, il suo impiego è destinato ai progetti urgenti. Spesso, infatti, l’aiuto che ci viene chiesto dalla Chiesa in aree di crisi per la persecuzione contro i cristiani (la Siria, la Nigeria, il Pakistan e molte altre ancora), se non fosse tempestivo vedrebbe compromesso il raggiungimento dell’obiettivo della nostra Fondazione e dei nostri benefattori: aiutare i cristiani a resistere alla persecuzione che impedisce loro di vivere liberamente la propria fede e spesso ne mette a rischio la vita”.

6 ITALIANI SU 10 (OVER 55) NON CONOSCONO ANCORA IL LASCITO SOLIDALE. AL VIA LA NUOVA CAMPAGNA DI SENSIBILIZZAZIONE “COSA VUOI FARE DA GRANDE?”

COMITATO TESTAMENTO SOLIDALE: 6 ITALIANI SU 10 (OVER 55) NON CONOSCONO ANCORA IL LASCITO SOLIDALE.

AL VIA LA NUOVA CAMPAGNA DI SENSIBILIZZAZIONE “COSA VUOI FARE DA GRANDE?”

Sebbene 4 italiani su 10 dichiarino di sapere bene cos’e il testamento solidale o per propria cultura personale o perché ne hanno sentito parlare, c’e ancora un gap culturale da colmare anche rispetto agli altri Paesi europei dove la pratica del testamento solidale è più diffusa. Per questo il Comitato Testamento Solidale lancia la nuova Campagna “Cosa vuoi fare da grande?”. Perché non è mai troppo tardi per fare qualcosa di grande e decidere di destinare anche una piccola somma, con le ultime volontà, a un’organizzazione umanitaria.

“Cosa vuoi fare da grande?”. È la domanda che da bambini, almeno una volta, ci si è sentiti fare o abbiamo rivolto a qualche amico. Ma anche quando si è già diventati grandi, non è mai troppo tardi per fare nuovi progetti e c’è già chi inizia a pensare a fare qualcosa “di grande” come un testamento solidale. È questo il messaggio della base della nuova Campagna del Comitato Testamento Solidale di cui fanno parte 22 prestigiose Organizzazioni non profit – ActionAid, AIL, AISM, Fondazione Don Gnocchi, Lega del Filo d’Oro, Save the Children, Aiuto alla Chiesa che Soffre Onlus, Amnesty International, Amref, CBM, Greenpeace, Intersos, Istituto Pasteur Italia Fondazione Cenci Bolognetti, OperationSmile Italia Onlus, Fondazione Telethon, Fondazione Umberto Veronesi, Progetto Arca, Telefono Azzurro, Unicef, Università Campus Bio-Medico di Roma, UICI e Vidas – con il patrocinio del Consiglio Nazionale del Notariato e di Pubblicità Progresso, con l’obiettivo di informare e sensibilizzare l’opinione pubblica sulla scelta di lasciare una traccia di sé anche quando non ci saremo più per sostenere una causa benefica e aiutare chi ne ha più bisogno anche dopo la morte.

Negli ultimi anni sempre più star internazionali hanno fatto parlare di sé per la decisione di lasciare in beneficenza una parte, a volte la totalità o quasi, dei propri averi: dal magnate USA Warren Buffett che ha annunciato di voler lasciare in beneficenza il 99% del proprio patrimonio (circa 60 miliardi di dollari) al regista George Lucas il quale ha dichiarato di voler impegnare gran parte delle proprie risorse per supportare le future generazioni di studenti di tutte le età, al cantante Sting che ha deciso di destinare il proprio patrimonio al sostegno di numerose cause umanitarie e ambientaliste.

Nel 2013, secondo lo studio GFK Italia per il Comitato Testamento Solidale, gli Italiani avevano un gap di conoscenza e una resistenza psicologica e culturale alle parole “testamento” e “lascito”. Oggi sono circa 1.300.000 gli over 50 che hanno già fatto, o sono orientati a fare, un “lascito solidale”. Una platea, pari al 5% della popolazione, che sembra destinata ad estendersi oltre i 3 milioni e che si è dichiarata “propensa” a valutare questa ipotesi, con un bacino di mezzo milione di donatori in più rispetto al 2016 e registrando una crescita del 15% di questa forma di beneficenza.

“C’e  chi sostiene che pensare al testamento significhi fare una riflessione sulla morte, ma chi ha già inserito un lascito nelle ultime volontà dichiara, invece, che prendere in considerazione l’idea di fare un testamento solidale significa scegliere la vita e continuare ad esserci anche quando non ci saremo più – dichiara Rossano Bartoli Portavoce del Comitato Testamento Solidale e Presidente della Lega del Filo d’Oro – Anche se le persone a cui ci rivolgiamo di progetti personali o professionali ne hanno già realizzati tanti nel corso della loro vita, in fondo essere grandi vuol dire poter fare cose grandi. E con un lascito testamentario, i sogni ancora non realizzati possono diventare concreti e realtà. Fare un testamento solidale e  un po’ come vivere un’altra vita per gli altri. Ci auguriamo che la nostra nuova Campagna informativa possa spingere le persone a fare una riflessione sul futuro e perché no ad avere il coraggio e l’ottimismo di credere un domani migliore”.

Le ultime stime dell’Osservatorio Fondazione Cariplo ci dicono che 420mila famiglie italiane sceglieranno di fare un lascito solidale entro il 2030, con un incremento delle possibili donazioni di circa il 23% del valore economico attuale. Si passerebbe quindi dai 105 miliardi di euro del 2009 ai 129 miliardi di euro previsti nei prossimi anni. Tuttavia, l’Italia resta il fanalino di coda in Europa. In tal senso è l’Inghilterra a farla da padrona con il 49% degli inglesi che sceglie di fare un lascito, seguiti da Olandesi (33%) e Tedeschi (28%).

“Il Consiglio nazionale del Notariato anche quest’anno ha rinnovato il patrocinio e la collaborazione con il Comitato Testamento solidale al fine di continuare a promuovere la conoscenza dei lasciti testamentari – ha spiegato Gianluca Abbate, Consigliere Nazionale del Notariato con delega al Sociale e al Terzo Settore. – Il notaio rappresenta un punto di riferimento, umano e professionale, per dare corretta attuazione alle disposizioni anche ispirate da sentimenti di solidarietà sociale. I risultati ottenuti negli ultimi anni insieme al Comitato dimostrano il valore di queste campagne informative in favore dei più bisognosi”

LA CAMPAGNA TESTAMENTO SOLIDALE

La campagna informativa di Comitato Testamento Solidale è nata con lo scopo di diffondere la cultura dei lasciti solidali in Italia e rispondere a quanti vogliono avere maggiori informazioni sul lavoro condotto dalle 22 organizzazioni del Comitato Testamento Solidale. Accedendo al sito www.testamentosolidale.org è possibile avere un’esaustiva panoramica sui progetti e le iniziative realizzati dalle associazioni non profit e scaricare la guida ai lasciti solidali che dà indicazioni dettagliati su come fare un lascito solidale.

Con i lasciti solidali diamo vita alla ricerca scientifica

Qui l’intervista a Ferdinando Ricci, referente lasciti della Fondazione Umberto Veronesi.

Quanto conta per Fondazione Veronesi la raccolta fondi in lasciti solidali?

“I fondi provenienti dai lasciti testamentari rappresentano circa il 20% dell’ammontare complessivo della raccolta fondi di Fondazione. Negli ultimi anni stiamo riscontrando un aumento del numero di lasciti a noi destinati, questo ci conferma che il lavoro quotidiano di Fondazione nella promozione di tale forma di dono, insieme a quello delle altre ONP e naturalmente di Comitato Testamento Solidale stia favorendo la consapevolezza fra i nostri concittadini nel poter utilizzare il testamento come strumento di donazione per il raggiungimento di obiettivi in ambito sociale”.

Sappiamo che ogni lascito è una storia a sé: cosa significa per voi?

“È proprio vero, ogni lascito si porta dietro una storia particolare, si va dalla coppia che ha deciso insieme di inserire nei rispettivi testamenti un lascito a favore della ricerca, la signora che avendo perso entrambi i genitori a causa di un tumore vuole sostenere la battaglia contro questo male anche quando lei non ci sarà più, e ancora chi utilizza questa forma di donazione perché vuole aiutare giovani ricercatori a poter lavorare  in centri di eccellenza nel nostro paese. Sono poi tante le persone che ci chiedono di far sì che il loro gesto sia dedicato al ricordo di un proprio caro: un genitore, il coniuge, il figlio. Però più che sulle singole storie vorrei riflettere sull’importanza del gesto, è importante sottolineare che ogni lascito solidale permette al testatore di partecipare ad un cambiamento anche quando non ci sarà più, è un dono “puro” in cui si affida alle generazioni future il compito di raggiungere quei risultati in cui la persona crede”.

A quali progetti sono destinate le donazioni?

“I contributi vengono investiti dalla Fondazione Veronesi per iniziative concrete: principalmente finanziamenti a medici e ricercatori qualificati e meritevoli, negli ambiti dell’oncologia, della cardiologia e delle neuroscienze; settori in cui scarseggiano le risorse ed è proprio per questo che nel 2003 il Prof. Umberto Veronesi volle creare la sua fondazione, una organizzazione che ha l’obiettivo di sostenere la ricerca medico scientifica di eccellenza al fine di sviluppare conoscenze scientifiche innovative per metterle al servizio del benessere dei pazienti e della società in cui viviamo”.

OLTRE 3 MILIONI DI ITALIANI PROPENSI AD INSERIRE UN LASCITO NELLE ULTIME VOLONTÀ

13 SETTEMBRE, GIORNATA INTERNAZIONALE DEL LASCITO SOLIDALE

COMITATO TESTAMENTO SOLIDALE: OLTRE 3 MILIONI DI ITALIANI PROPENSI AD INSERIRE UN LASCITO NELLE ULTIME VOLONTÀ

Continua a salire il numero degli italiani over 50 che hanno fatto, o hanno già preso in considerazione di fare, un testamento solidale. Una pratica di solidarietà che, nonostante il crollo delle donazioni nel nostro Paese, continua a registrare un trend di crescita sostenuto e costante. Un popolo di “piccoli, grandi filantropi” che sceglie di destinare anche solo una piccola parte del proprio patrimonio in beneficenza, affidandolo a prestigiose organizzazioni non profit in grado di garantire la massima efficacia e rendicontazione nell’impiego dei fondi devoluti e aprendo l’attitudine filantropica alla portata di tutti.

Sono circa 1,3 milioni di persone, pari al 5% della popolazione over 50 (25,5 milioni circa), gli italiani con oltre 50 anni di età che hanno già fatto, o sono orientati a fare, un lascito solidale. E se a questi si aggiunge un ulteriore 8% che prenderà probabilmente in considerazione l’idea di sostenere una organizzazione non profit attraverso un lascito testamentario, la platea di Italiani ultracinquantenni propensi al testamento solidale supera i 3,3 milioni di persone, mezzo milione (il 15%) in più rispetto al 2016. E se si va più indietro nel tempo, si scopre come il trend di crescita sia tanto sostenuto quanto costante: nel 2013, appena il 2% della popolazione over 55 aveva già fatto un lascito o avrebbe provveduto in tal senso.

È quanto è emerso dall’ultima Indagine sinottica di GFK Italia, che dal 2000 monitora con continuità il fenomeno delle donazioni private nel nostro Paese1, presentata questa mattina nel corso dell’evento “Lascito, quindi sono. Siamo tutti filantropi” organizzato dal Comitato Testamento Solidale di cui fanno parte 21 prestigiose Organizzazioni no profit – ActionAid, AIL, AISM, Fondazione Don Gnocchi, Lega del Filo d’Oro, Save the Children, Aiuto alla Chiesa che Soffre Onlus, Amnesty International, Amref, CBM, Cesvi, Greenpeace, Intersos, Istituto Pasteur Italia Fondazione Cenci Bolognetti, OperationSmile Italia Onlus, Fondazione Telethon, Fondazione Umberto Veronesi, Progetto Arca, Telefono Azzurro, Unicef, Università Campus Bio-Medico di Roma – con il patrocinio del Consiglio Nazionale del Notariato, alla vigilia della Giornata Internazionale del lascito solidale, per la promozione della cultura della solidarietà testamentaria.

Ad aumentare, conferma l’Indagine GFK Italia, non è solo il numero degli Italiani che scelgono di donare con un lascito solidale nelle ultime volontà, ma anche la conoscenza dei lasciti testamentari: oggi il 57% degli over 50 (14,5 milioni) dichiara di sapere che cosa siano, rispetto al 52% del 2016. Un aumento percentuale di 5 punti corrispondente a 1,3 milioni di persone in più.

Il testamento solidale raccoglie in sé tutte le caratteristiche fondanti della filantropia moderna, nella volontà di prendersi cura dell’altro attraverso un’alta dose di professionalità e di competenze specifiche (dalla capacità di analisi e programmazione al saper “far rete” e individuare i partner pubblici e privati, nazionali e internazionali, più adatti a raggiungere lo scopo prefissato) aggiungendone una fondamentale: dà la possibilità di contribuire in maniera significativa al raggiungimento di un “bene comune” anche a chi si trova in una condizione economica, sociale, culturale e professionale non privilegiata come quella dei grandi filantropi che detengono grandi patrimoni.

“Grazie al testamento solidale – ha dichiarato Rossano Bartoli portavoce del Comitato Testamento Solidale e Segretario Generale della Lega del Filo d’Oro – anche una piccola somma di denaro può fare la differenza nell’ambito di una filantropia che diventa, realmente, a portata di tutti. Lo confermano le due testimonianze dei signori Carmine e Paolo che oggi hanno raccontato a tutti il perché della loro scelta di solidarietà. Inserire un lascito nelle ultime volontà è la massima espressione del donare e donarsi all’altro al di là del tempo e permette di affidare i propri averi nelle mani di solide organizzazioni non profit che operano ogni giorno con competenza, professionalità, trasparenza e possibilità di ‘fare rete’ con gli altri attori locali, nazionali e internazionali impegnati negli stessi ambiti, per pensare, partecipare e realizzare progetti concreti, efficaci, sostenibili e misurabili nei risultati. E sempre di più, lo confermano i dati dell’Indagine, gli italiani riconoscono l’importanza di questo gesto per la vita di tante altre persone che ne hanno bisogno”.

1 L’indagine Sinottica sulle donazioni in Italia è condotta ogni anno su un campione di 12.000 casi rappresentativo della popolazione italiana da 14 anni in su, pari a 51,3 milioni di italiani. Nell’edizione 2017 coloro che hanno effettuato almeno una donazione nel corso degli ultimi 12 mesi sono risultati pari al 18% del totale. Ciò mette a disposizione una base di analisi di 2.160 casi che rende questa indagine la più estesa e affidabile condotta attualmente nel nostro Paese su questo segmento della popolazione.

IL FUTURO DEI LASCITI SOLIDALI NEL NOSTRO PAESE TRA TIMORI E CERTEZZE

Se nel 2013 lo studio GFK Italia metteva in luce come le informazioni possedute dagli italiani sul tema fossero imprecise e limitate, determinando un gap di conoscenza che alimentava una resistenza psicologica e culturale alla parola “testamento” o “lascito”, oggi si registrano due aspetti che camminano in parallelo: “Da un lato gli italiani avvertono fortemente l’esigenza di essere rassicurati sulla possibilità di ripartire serenamente i propri beni tra i familiari, scongiurando, per quanto possibile, contestazioni e liti post mortem, dall’altro si sta diffondendo nella cultura del nostro Paese l’idea di poter lasciare dopo di sé, attraverso lo strumento testamentario, un segno tangibile dei propri valori con un fine nobile di solidarietà – ha spiegato Gianluca Abbate, Consigliere Nazionale del Notariato con delega al Sociale e al Terzo Settore -. La figura del notaio, in questo, è un punto di riferimento irrinunciabile per chiunque voglia approfondire la propria conoscenza sul testamento solidale e sul come procedere nel modo corretto a
garanzia della puntuale attuazione delle proprie disposizioni testamentarie, comprese quelle ispirate da sentimenti di solidarietà sociale”.

L’IMPATTO DELLA CRISI ECONOMICA SULLE DONAZIONI IN ITALIA: IN 10 ANNI, 5.8 MILIONI DI DONATORI IN MENO

I numeri positivi registrati dal testamento solidale – in termini sia di orientamento personale, sia di conoscenza da parte degli Italiani – diventano ancora più importanti se confrontati con l’andamento, invece, costantemente negativo del totale delle donazioni effettuate nel nostro Paese negli ultimi 10 anni. Secondo l’Indagine GFK Italia, la percentuale di popolazione adulta (14+ anni) che ha effettuato almeno una donazione negli ultimi 12 mesi è scesa dal 30% del 2007 al 18% di oggi. In valori assoluti, 10 milioni di italiani hanno effettuato almeno una donazione in denaro, destinandola a organizzazioni e cause diverse: 5,8 milioni di donatori in meno rispetto al 2007. In poco più di un decennio, dunque, il perimetro dei donatori si è ristretto di oltre un terzo passando: da 1 italiano su 3 a 1 su 5. La causa principale, secondo quanto riportato da GFK Italia, va individuata nella lunga crisi economica che ha colpito l’Italia nello stesso periodo e nelle conseguenze psicologiche e comportamentali che questa ha provocato sulla popolazione, in particolare sulle sue fasce più deboli e sui giovani, confermate dal balzo in avanti (dal 47% del 2000 al 71% del 2017) della percentuale di italiani preoccupati per il futuro.

OMNIA VINCIT AMOR: L’ITALIA SUL PODIO TRA I PAESI PIÙ GENEROSI D’EUROPA

Malgrado la crisi, non va tuttavia dimenticato che l’Italia rimane uno dei Paesi più generosi d’Europa2. In generale infatti, si stima in 87,5 miliardi di euro il valore di quanto i benefattori del Vecchio Continente donano in un anno. Per più di metà, rispettivamente con 25,3 e 23,8 miliardi,  contribuiscono i cittadini del Regno Unito e della Germania. Ma al terzo posto vengono proprio gli italiani, con 9,1 miliardi all’anno, seguiti da francesi (8,4), olandesi (4,4) e svizzeri (4,2). Inoltre, secondo i dati diffusi dalla Fondazione Lang, dei nostri 9,1 miliardi di donazioni versati annualmente a realtà o progetti solidali, 4,6 miliardi provengono da elargizioni di privati, 1,5 miliardi da Fondazioni, il rimanente da lasciti testamentari, erogazioni da parte di imprese e altre modalità.

LA CAMPAGNA TESTAMENTO SOLIDALE
La campagna informativa di Comitato Testamento Solidale è nata con lo scopo di diffondere la cultura dei lasciti solidali in Italia e rispondere a quanti vogliono avere maggiori informazioni sul lavoro condotto dalle 21 organizzazioni del Comitato Testamento Solidale. Accedendo al sito  www.testamentosolidale.org è possibile avere un’esaustiva panoramica sui progetti e le iniziative realizzati dalle associazioni non profit e scaricare la guida ai lasciti solidali che dà indicazioni dettagliati su come fare un lascito solidale.

2018 . Lascito, quindi sono. Siamo tutti filantropi

Sono circa 1,3 milioni di persone, pari al 5% della popolazione over 50 (25,5 milioni circa), gli italiani con oltre 50 anni di età che hanno già fatto, o sono orientati a fare, un lascito solidale. E se a questi si aggiunge un ulteriore 8% che prenderà probabilmente in considerazione l’idea di sostenere una organizzazione non profit attraverso un lascito testamentario, la platea di Italiani ultracinquantenni propensi al testamento solidale supera i 3,3 milioni di persone, mezzo milione (il 15%) in più rispetto al 2016. E se si va più indietro nel tempo, si scopre come il trend di crescita sia tanto sostenuto quanto costante: nel 2013, appena il 2% della popolazione over 55 aveva già fatto un lascito o avrebbe provveduto in tal senso.

È quanto è emerso dall’ultima Indagine sinottica di GFK Italia, che dal 2000 monitora con continuità il fenomeno delle donazioni private nel nostro Paese presentata questa mattina nel corso dell’evento “Lascito, quindi sono. Siamo tutti filantropi” organizzato dal Comitato Testamento Solidale di cui fanno parte 21 prestigiose Organizzazioni no profit – ActionAid, AIL, AISM, Fondazione Don Gnocchi, Lega del Filo d’Oro, Save the Children, Aiuto alla Chiesa che Soffre Onlus, Amnesty International, Amref, CBM, Cesvi, Greenpeace, Intersos, Istituto Pasteur Italia Fondazione Cenci Bolognetti, OperationSmile Italia Onlus, Fondazione Telethon, Fondazione Umberto Veronesi, Progetto Arca, Telefono Azzurro, Unicef, Università Campus Bio-Medico di Roma – con il patrocinio del Consiglio Nazionale del Notariato, alla vigilia della Giornata Internazionale del lascito solidale, per la promozione della cultura della solidarietà testamentaria.

Ad aumentare, conferma l’Indagine GFK Italia, non è solo il numero degli Italiani che scelgono di donare con un lascito solidale nelle ultime volontà, ma anche la conoscenza dei lasciti testamentari: oggi il 57% degli over 50 (14,5 milioni) dichiara di sapere che cosa siano, rispetto al 52% del 2016. Un aumento percentuale di 5 punti corrispondente a 1,3 milioni di persone in più.

Il testamento solidale raccoglie in sé tutte le caratteristiche fondanti della filantropia moderna, nella volontà di prendersi cura dell’altro attraverso un’alta dose di professionalità e di competenze specifiche (dalla capacità di analisi e programmazione al saper “far rete” e individuare i partner pubblici e privati, nazionali e internazionali, più adatti a raggiungere lo scopo prefissato) aggiungendone una fondamentale: dà la possibilità di contribuire in maniera significativa al raggiungimento di un “bene comune” anche a chi si trova in una condizione economica, sociale, culturale e professionale non privilegiata come quella dei grandi filantropi che detengono grandi patrimoni.

RELATORI

Rossano Bartoli
Portavoce Comitato Testamento Solidale

Gianluca Abbate
Consigliere Nazionale del Notariato con delega al social e al terzo settore

Paolo Anselmi
Vice Presidente di GFK Italia

Giacomo Boesso
Ordinario di Economia Aziendale, Università degli Studi di Padova
Referente del Gruppo di Ricerca sulla “Filantropia Istituzionale”

Riccardo Maiolini
Assistant Professor di Business Administration presso John Cabot University Roma
Ricercatore del Centro Internazionale per la Ricerca sull’Innovazione Sociale, LUISS Business School

Marco Musella
Ordinario di Economia Politica, Direttore del Dipartimento di Scienze Politiche, Università Federico II Napoli

MODERATORE

Francesca Romana Elisei 
Cronista e conduttrice TG2

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Fare la differenza: l’empatia e la solidarietà di Guido

Intervista a Emanuela Di Pietro, Responsabile lasciti e grandi donazioni di AISM.

Ciao Emanuela, quanto conta per voi la raccolta fondi in lasciti solidali?

La raccolta fondi da lasciti testamentari per AISM è una risorsa importante. Anzi centrale. Aism, infatti è un’associazione che possiamo definire ormai storica sul lascito in Italia: ha iniziato a parlare di lasciti negli anni 90′, per la precisione nel 1995, quando abbiamo lanciato la nostra prima campagna lasciti. Ormai, grazie a questo lavoro costante, per AISM i lasciti costituiscono il 7% della raccolta fondi: riceviamo in media circa 13-15 successioni all’anno e nel 2017 ne abbiamo ricevute 13, per una raccolta complessiva di circa 1 milione e 600 mila euro.

Si tratta di lasciti di persone che scelgono di ricordarsi nel proprio testamento di AISM o della sua Fondazione – FISM .  Alcune persone scelgono infatti di fare un lascito ad AISM, affinché il loro lascito aiuti a finanziare i servizi e l’assistenza per le persone con sclerosi multipla, altri che hanno particolarmente a cuore la ricerca, scelgono FISM – Fondazione Italiana Sclerosi Multipla – che promuove e finanzia la ricerca scientifica sulla sclerosi multipla a livello nazionale e internazionale ed è attualmente il primo ente finanziatore in Italia e terzo nel mondo.

Sappiamo che ogni lascito è una storia a sé. Ne ricordi una in particolare?

Dietro a ogni numero c’è una storia e una persona: in alcuni casi abbiamo la fortuna e l’onore di conoscere in vita queste persone che decidono di compiere questo gesto importante e generoso, talvolta invece no perché scelgono di comunicarcelo. Una di queste persone mi colpì in modo particolare: fin dalla prima volta che la sua storia è giunta sulla mia scrivania abbiamo instaurato un rapporto intenso, continuativo.

Cosa successe esattamente?

Si chiamava Guido ed era una persona già abbastanza anziana: non aveva avuto ancora contatti con noi e ci ha raggiunti  semplicemente per richiedere la guida ai lasciti; non conosceva la malattia, ma era stato colpito da un ictus e non riusciva a camminare bene  e ad articolare bene le parole. Si tratta di sintomi che possono comparire anche nelle persone con sclerosi multipla; in quel momento difficile si è sentito chiamato in causa e si è ricordato di AISM. Guido non aveva figli e ha deciso di ricordarsi nel suo testamento di altre persone colpite da sintomi simili ai suoi. Un gesto di empatia e generosità che noi ricorderemo per sempre. Un’anima conviviale, che amava la vita: ricordo che ci invitava sempre fuori a pranzo per parlare insieme, per mostrarci il suo amore per le cose belle della vita e per gli altri.

A cosa sono stati destinati i soldi di questa donazione?

Avendo scelto AISM, Guido ha contribuito a realizzare progetti concreti e tangibili: basti pensare al lavoro attivo e quotidiano di AISM che, grazie ai volontari e alle 100 Sezioni Provinciali sparse su tutto il territorio, è al fianco delle circa 118 mila persone con sclerosi multipla in Italia e delle loro famiglie.

Quando la generosità vola da Genova all’Africa

Intervista a Massimo Maggio, Direttore di CBM Italia Onlus.

Quanto conta per CBM la raccolta fondi in lasciti solidali?

Ha sicuramente un ruolo importante.

CBM è la più grande organizzazione umanitaria impegnata nella prevenzione e cura della cecità e disabilità nei Paesi del Sud del mondo. Da oltre cento anni lavoriamo per restituire la vista e migliorare la condizione di vita di milioni di persone nei Paesi più poveri di Africa, Asia e America Latina.

CBM Italia in particolare nell’ultimo anno ha raggiunto e portato aiuto a circa 2,5 milioni di persone. Per raggiungere questi obiettivi possiamo contare sulla generosità di tanti donatori privati, da cui proviene la maggior parte dei fondi che raccogliamo ogni anno. I lasciti costituiscono il 22% della raccolta fondi da privati. I fondi che riceviamo tramite i lasciti testamentari e le polizze vita sono trasformati in attività e progetti che garantiscono cure mediche, riabilitazione, accesso all’istruzione a milioni di bambini, donne e uomini ciechi e con disabilità che vivono nei Paesi del Sud del mondo.

 Sappiamo che ogni lascito è una storia a sé. Ne ricorda una in particolare?

Sì certo, ce ne sono tante ma ricordo particolarmente la signora Antonietta, un’insegnante di Genova. La sua grande generosità è arrivata lontano, in Africa, un continente che non aveva mai visto durante la sua vita, ma che ha ha scelto di aiutare sostenendo gli studi e la formazione di un giovane medico della Repubblica Democratica del Congo.

Cosa successe esattamente?

La signora Antonietta nel corso della sua vita ha sempre pensato agli altri. Prima i suoi alunni, ai quali ha insegnato latino e greco per 40 anni, e poi i bambini e gli studenti dei Paesi più poveri del mondo.

Quando era in vita infatti ha sostenuto molti progetti di CBM in Sud Sudan, Uganda e nella Repubblica Democratica del Congo. Quando se n’è andata, ancora una volta il suo ultimo pensiero è stato per i più bisognosi. Nel suo testamento si legge che la sua volontà era «aiutare il più alto numero possibile di persone» e per questo ha scelto CBM tra i beneficiari del suo testamento.

 A cosa sono stati destinati i soldi di questa donazione?

Il lascito della signora Antonietta ha sostenuto gli studi e la formazione in oftalmologia pediatrica di un giovane studente, il dott. Alexis, che ha potuto diventare medico oculista e curare tantissimi bambini ciechi e con problemi alla vista in Africa: sono loro i veri beneficiari del testamento di Antonietta.

Terzo di nove fratelli, proveniente da una famiglia molto povera, grazie alla specializzazione in oftalmologia pediatrica, Alexis ha potuto lavorare nel suo Paese di origine, la Repubblica Democratica del Congo, dove ci sono pochissimi oculisti specializzati nella cura dei bambini.

Nelle sue parole è sempre vivo il dono della signora Antonietta, che gli ha permesso di realizzare il suo sogno di diventare medico. E ha regalato un futuro di luce ai tanti bambini curati ogni giorno.

Quali sono le attività di CBM sul tema del testamento solidale?/perché è entrata nel network Testamento Solidale?

Storie come quella della signora Antonietta e il dottor Alexis sono esempi di come il testamento solidale sia un grande gesto di generosità alla portata di tutti. Eppure nel nostro Paese sono ancora molti i dubbi e le domande delle persone comuni. Anche per questo da alcuni anni cerchiamo di contribuire a diffondere la cultura del testamento solidale, organizzando incontri con i notai, gratuiti e aperti al pubblico, con il patrocinio e la collaborazione del Consiglio Nazionale dei Notariato. È anche per questo che da quest’anno siamo entrati nel network Testamento Solidale, per rafforzare ancora di più questo messaggio

“Unite fino alla fine”: una amicizia indissolubile che fa bene al pianeta

Alice Mastrogiacomo è l’assistente lasciti di Greenpeace Italia, la popolare organizzazione internazionale che sviluppa campagne e utilizza azioni non violente per denunciare problemi ambientali e promuovere soluzioni efficaci.

Ciao Alice, quanto conta per Greenpeace la raccolta fondi in lasciti solidali?

Una delle caratteristiche distintive e identitarie di Greenpeace è l’indipendenza economica che si traduce in una raccolta fondi promossa esclusivamente verso singoli individui. Ciò comporta la rinuncia a importanti somme di denaro di provenienza governativa, istituzionale o aziendale ma rafforza la nostra capacità di azione e di parola. L’indipendenza economica rende strategica la nostra base di donatori regolari che, attraverso donazioni continuative, permettono una pianificazione finanziaria delle attività da noi promosse. Ma, come si può immaginare, si dovrebbe e si vorrebbe fare sempre di più. I lasciti testamentari rendono possibile questo di più. Spesso non è “un di più” ma è un qualcosa che fa la differenza nel risultato finale. Quindi in estrema sintesi potrei dirti che i lasciti fanno la differenza. Per il nostro Pianeta, per il nostro futuro.

Sappiamo che ogni lascito è una storia a sé. Ne ricordi una in particolare?

È una storia ancora in divenire e forse è proprio questo che la rende particolare. È la storia di due grandissime amiche, Liliana e Luciana, che si sono conosciute da ragazze e che da allora non si sono più separate. Le grandi amicizie si nutrono di grandi passioni. Greenpeace ha animato la relazione di Liliana e Luciana, è cresciuta insieme a questa amicizia tanto speciale. Luciana è mancata nel 2014 lasciando un grande vuoto nella vita di Liliana. Luciana ha espresso la volontà di continuare a sostenere Greenpeace anche dopo la sua scomparsa e così Liliana versa annualmente una donazione a nome della cara amica. Liliana ha predisposto un lascito in favore di Greenpeace. “Unite fino alla fine!” mi disse ridendo al telefono. Sono sempre felice di chiamare Liliana, di avere modo di conoscerla meglio e di scoprire altro di questa storia straordinaria. Ogni lascito è una storia. Ogni storia è fonte di ispirazione e di motivazione per tutti noi che siamo in Greenpeace.

Cosa successe esattamente?

Una mattina arrivò una lettera con cui Liliana ci dava notizia della scomparsa della “nostra” amica Luciana. La lettera era corredata da fotografie e dettagli che ci aiutavano a realizzare il triste racconto. Si intuivano le emozioni e le paure celate dietro l’inchiostro. Inaspettata più della stessa lettera era la sua conclusione. Greenpeace le offriva l’unica consolazione in questo momento insostenibile: perché Luciana vive insieme a Greenpeace.

A cosa sono stati destinati i soldi di questa donazione?

Come spiegato in precedenza questo lascito è un caso particolare in quanto l’importo viene versato anno per anno mentre di norma si ha un’unica donazione. Ogni anno Luciana contribuisce alla campagna che in quel momento ha più necessità.