Il sostegno di Amedeo ad AIRC: una storia di dedizione e amore

Le sue motivazioni, talvolta, strappavano un sorriso: la vittoria della Ferrari o lo scudetto della Lazio. Si dona per gioia, oltre che perché si crede in ciò che la donazione permetterà di realizzare. Il signor Amedeo ha sostenuto AIRC per vent’anni, prima che il tumore colpisse la sua famiglia: poi, in memoria della moglie Pierita, mancata per un carcinoma dell’endometrio, Amedeo decise di fare un passo in più e di destinare un lascito alla ricerca.

A pennellare la storia di Pierita e Amedeo è Federico Caligaris Cappio, direttore scientifico di Fondazione AIRC: «Per curare è indispensabile capire e per capire occorre fare ricerca. Tutta la nostra ricerca è rivolta verso una precisa missione: trovare la cura del cancro. I lasciti testamentari danno un contributo importantissimo per raggiungere questo obiettivo, basti pensare che, dal 1981 al 2020, hanno messo a disposizione della ricerca 426 milioni di euro». I lasciti sono utilizzati su tre direzioni «diverse ma tutte importanti», ribadisce il direttore scientifico.

 

L’importanza dei lasciti testamentari per AIRC

Ma cosa vuol dire fare un testamento solidale a favore di AIRC? Innanzitutto, ci sono le borse di studio per giovani ricercatori e i progetti di ricerca. Entrambi possono essere intitolati alla memoria di una persona cara: «È uno stimolo ulteriore. Quel nome porta spesso con sé una vicenda legata a un tumore e questo ci ricorda continuamente che il nostro lavoro serve per scoprire qualcosa che impedisca che altri soffrano».

Una terza importante destinazione è l’Ifom — Istituto di oncologia molecolare, fondato nel 1998 proprio grazie ai lasciti, con l’obiettivo di comprendere le basi della formazione e dello sviluppo dei tumori e di trasferire le conoscenze al letto del paziente nel più breve tempo possibile: «Studiando i meccanismi a livello molecolare si capisce come i tumori nascono e si sviluppano, e quindi come trovare cure per interferire con la loro crescita. È un centro di valore internazionale, che oggi conta circa 300 ricercatori, di cui il 25% stranieri, a riprova di come l’Italia possa essere attrattiva per i migliori cervelli, se la ricerca viene sostenuta da investimenti ingenti, che favoriscono studi coordinati e collaborazioni internazionali».

Fra i progetti sostenuti grazie all’eredità di Amedeo, c’è quello della dottoressa Maria Paola Martelli dell’Università di Perugia. Spiega Caligaris Cappio: «Lavora a un innovativo approccio terapeutico “chemo free” per trattare la leucemia acuta mieloide. Un progetto all’avanguardia e che risponde ai desideri dei pazienti, perché tutti sanno che la chemioterapia è utile ma tutti la temono. Se il progetto arriverà a buon fine, ne beneficeranno i pazienti di tutto il mondo».

 

Il Lascito Solidale: Sostenere il Futuro con il Policlinico Campus Bio-Medico

Il lascito solidale al Policlinico Campus Bio-Medico rappresenta un’opportunità unica per contribuire alla formazione delle future generazioni di professionisti nel campo della salute e delle scienze della vita. Grazie ai lasciti, vengono offerte borse di studio a studenti meritevoli, garantendo loro la possibilità di studiare in un ambiente all’avanguardia e di sviluppare competenze che saranno cruciali per affrontare le sfide del nostro tempo.

 

Il Sostegno agli Studenti Meritevoli

“Deriva dall’impegno di risorse proprie, da accordi con imprese e fondazioni private e – sottolineano dall’Ateneo – anche dai lasciti solidali” il sostegno agli studenti meritevoli dell’Università Campus Bio-Medico. Si tratta di circa 800mila euro all’anno distribuiti con borse di studio assegnate con procedure rigorose, sulla base di due criteri: quello reddituale, che prende in carico il disagio economico del nucleo familiare, e quello del merito, che consente di selezionare i giovani di talento sulla base di parametri oggettivi.
Attorno al progetto “Adozione di uno studente meritevole” si è creata una rete di sostenitori cresciuta negli anni con l’obiettivo di dare garanzia di continuità all’intero singolo percorso di studio. Così un lascito all’Università Campus Bio-Medico consente di sostenere il diritto allo studio e premiare il merito in ragione della situazione reddituale, offrendo di fatto pari opportunità e favorendo l’inclusione e la meritocrazia.

 

La Formazione Completa al Policlinico Universitario

Con un lascito si darà la possibilità ad uno studente capace, proveniente da una famiglia con mezzi limitati, di studiare in un contesto immersivo e di diventare un medico competente e attento alla persona, un ingegnere moderno con lo sguardo alla sostenibilità del nostro pianeta, un infermiere, un radiologo, un nutrizionista esperti nel loro campo e con una particolare sensibilità verso gli altri. Perché studiare al “Campus”, come lo chiamano gli studenti, significa partecipare ad una storia caratterizzata dall’amore per le scienze della vita e per la cura della persona, spaziando dal rispetto dell’ambiente e per lo sviluppo sostenibile alla tutela della salute. Significa soprattutto diventare i professionisti del futuro anche attraverso seminari, attività di tutorato, lavori di gruppo ed esperienze concrete, attraverso la metodologia del problem based learning.
Completano poi la formazione a tutto tondo i tirocini curriculari presso l’annesso Policlinico Universitario e le esperienze di assistenza, ricerca ed educazione alla salute nei Paesi in via di Sviluppo, “che trasmettono agli studenti l’ideale di una professionalità esercitata al servizio della persona e della società”.
Questo progetto formativo integrale, basato sul concetto della “scienza per l’uomo”, trova compiutezza nel percorso tracciato assieme a coloro che scelgono di destinare un lascito all’Università Campus Bio-Medico. È un investimento sulle nuove generazioni, sulla loro formazione e preparazione alle grandi sfide del nostro tempo, dallo sviluppo sostenibile all’economia circolare, dalla salute globale alla gestione dei big data e all’intelligenza artificiale.

 

Testamento Solidale non è solo un affare “da ricchi”. Lo certifica una ricerca su un campione di oltre 500 notai

TESTAMENTO SOLIDALE, NON È SOLO UN AFFARE “DA RICCHI”

PER 7 NOTAI SU 10 DONAZIONI INFERIORI A 50MILA EURO PER IL 74% UN TREND COSTANTE, IN AUMENTO PER IL 19,5%

Il Comitato Testamento Solidale, che riunisce 27 tra le principali realtà del Terzo Settore, ha promosso un’indagine in collaborazione con il Consiglio Nazionale del Notariato, per raccontare il fenomeno del lascito solidale dal punto di vista dei custodi per eccellenza delle ultime volontà. Ne esce un quadro che conferma un trend costante o in aumento. Una “faccenda” che riguarda tutti e non soltanto i multimilionari: solo il 10% dei notai intervistati dichiara un valore del lascito medio superiore ai 100 mila euro.

Roma, 24 giugno 2024 – È un trend costante quello di inserire un lascito solidale nelle ultime volontà: nonostante le grandi crisi che la nostra epoca sta attraversando, gli italiani non sembrano essersi scoraggiati dallo scegliere la strada della generosità post mortem. Lo certifica la ricerca promossa dal Comitato Testamento Solidale in collaborazione con il Consiglio Nazionale del Notariato su un campione di oltre 500 notai, con l’obiettivo di indagare quale sia il percepito dei custodi per eccellenza delle ultime volontà rispetto al trend dei lasciti solidali in Italia.

Dal 2016 ad oggi, dunque, la predisposizione degli italiani verso un lascito solidale non ha subìto alterazioni e il numero di italiani propensi è rimasto sostanzialmente invariato secondo quanto afferma il 73,8% dei notai, mentre la tendenza è in aumento per il 19,5% del campione che dichiara di aver notato una crescita costante negli anni (11,3%) o dopo la pandemia (8,2%). Solo il 6,7% del campione rileva una diminuzione della propensione.

Quanto alla somma destinata, i dati che emergono dalla survey confermano come un lascito solidale non sia appannaggio esclusivo di persone particolarmente abbienti: sebbene per il 45% dei notai intervistati chi predispone un lascito solidale sia detentore di un patrimonio piuttosto consistente, per la maggioranza – il 46,1% del campione – coloro che decidono di lasciare parte della propria eredità ad una causa benefica dispongono di un patrimonio nella media, frutto di una normale vita lavorativa. A riprova che non si tratta di una «faccenda» solo per milionari, il fatto che il valore del lascito medio spesso si aggiri attorno a cifre inferiori ai 20 mila euro (per il 31,8% degli intervistati). Per il 36,8% si tratta di donazioni tra i 21 e i 50 mila euro, per il 21,3% tra i 51 e i 100 mila. Il valore del lascito medio è di oltre 100 mila euro solo per il 10% del campione, a conferma che i lasciti di sostanziose entità restano l’eccezione, e non la regola.

L’indagine che abbiamo promosso insieme al Consiglio Nazionale del Notariato ci racconta il punto di vista dei notai, custodi per eccellenza delle ultime volontà – commenta Rossano Bartoli, Portavoce del Comitato Testamento Solidale e Presidente della Lega del Filo d’Oro I dati emersi ci parlano di un fenomeno che resta costante o in leggero aumento e testimoniano come l’opera di informazione e sensibilizzazione che da oltre 10 anni portiamo avanti con il Comitato Testamento Solidale stia dando i risultati sperati, nonostante il lavoro da compiere sia ancora tanto”.

SOPRATTUTTO SILVER, MA QUALCOSA SI MUOVE
L’età di chi pensa e si informa sul lascito solidale resta alta e lo confermano anche i notai: per l’87,6% a chiedere informazioni sul tema sono perlopiù gli over 60. Ma su questo fronte sembrerebbe delinearsi un primo cambiamento: anche sulla spinta degli 11 anni di campagne di comunicazione del Comitato Testamento Solidale, per il 12,3% degli intervistati comincia a crescere l’interesse fra le persone sotto i 60 anni o ancora più giovani.

SOPRATTUTTO SOMME DI DENARO MA NON SOLO

Rispetto alla tipologia di beni donati, per la maggioranza assoluta del campione – il 74% dei notai intervistati – si tratta di somme di denaro, seguite dai beni immobili, oggetto prevalente dei lasciti testamentari per il 24,7% degli intervistati. Se si pensa poi alle donazioni di beni mobili diversi dal denaro, per il 26,4% si tratta di pezzi d’arte; a seguire i gioielli (per il 24% del campione) e i mobili di pregio (13%).

LA TUTELA DEI LEGITTIMI EREDI

Infine, dalla survey emerge in maniera sostanziale la volontà e l’interesse dei donatori di tutelare gli eredi legittimi: secondo il 60,8% degli intervistati, infatti, l’informazione più frequente richiesta da chi sta pensando al lascito solidale riguarda proprio i diritti dei familiari. Seguono le informazioni sui soggetti destinatari della donazione (per il 22,9% degli intervistati) e sull’oggetto della donazione (per il 13,9%).

Questi numeri dimostrano che la partecipazione degli italiani alle cause sociali è in costante aumento, ma soprattutto che non è ad esclusivo appannaggio delle persone più abbienti – ha dichiarato Flavia Fiocchi, Consigliere Nazionale del Notariato con delega al Notariato per il sociale. In questo contesto il ruolo del notaio resta di fondamentale importanza, nell’orientare quei cittadini che decidono di donare, tramite lasciti testamentari, anche solo una piccola parte della propria eredità, assicurando loro, con l’adeguata assistenza e informazione, di poterlo fare nel rispetto della legge, senza ledere i diritti dei propri familiari”.

Del Comitato Testamento Solidale fanno attualmente parte 27 organizzazioni non profit: AIL, AISM, Fondazione Don Carlo Gnocchi, Fondazione Lega del Filo d’Oro, Save the Children, Airalzh – Associazione Italiana Ricerca Alzheimer, Aiuto alla Chiesa che Soffre, Amref, Associazione Luca Coscioni, Centro Benedetta d’Intino, Comitato Italiano per l’UNICEF Fondazione ETS, Fondazione AIRC per la ricerca sul cancro, Fondazione Humanitas per la Ricerca, Fondazione L’Albero della Vita ETS, Fondazione Mission Bambini ETS, Fondazione Operation Smile Italia ETS, Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro, Fondazione Policlinico Universitario Campus Bio-Medico, Fondazione Progetto Arca, Fondazione per la Ricerca sulla Fibrosi Cistica ETS, Fondazione Telethon ETS, Fondazione Umberto Veronesi, Greenpeace, Istituto Pasteur Italia, Smile House Fondazione ETS, Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti ETS-APS, VIDAS.

Accedendo al sito www.testamentosolidale.org è possibile avere un’esaustiva panoramica sui progetti e le iniziative realizzate dalle associazioni non profit che aderiscono al Comitato Testamento Solidale e scaricare la Guida ai lasciti solidali che offre informazioni ampie e dettagliate sull’argomento.

La mia eredità – il Podcast

Il podcast “La mia eredità” è un podcast di VITA e Comitato Testamento Solidale nato da un’idea di Sara De Carli, voce narrante di Francesco Facchini.

Questo podcast è un viaggio attraverso il profondo desiderio di lasciare una traccia del proprio passaggio e le straordinarie opere che nascono quando questo desiderio incontra la solidarietà. Attraverso otto episodi, scopriamo come un Lascito Solidale possa trasformare le ultime volontà in un’eredità di speranza e cambiamento. Come restare in vita oltre il nostro limite biologico. Ascolta le storie di chi ha scelto di sostenere cause importanti e scopri l’impatto duraturo del loro gesto.

Scopri la storia della Ca’ Granda di Milano, un esempio di generosità da oltre sei secoli. In questo episodio, esploriamo la nascita e lo scopo del Comitato Testamento Solidale. Paolo Anselmi condivide i numeri e l’impatto del testamento solidale in Italia. Inoltre, ascoltiamo la testimonianza della doppiatrice Alessandra De Luca, che ha deciso di destinare parte dei suoi averi a una delle associazioni del Comitato Testamento Solidale.

In questa puntata parliamo di morte, un tema che a livello sociale cerchiamo di evitare e invece abbiamo bisogno di spazi all’interno dei quali poterne parlarne serenamente. Ci accompagnano in questo viaggio Vera Gheno, sociolinguista e maestra delle parole, e Ines Testoni, psicologa dell’Università di Padova.

In questa puntata facciamo chiarezza sul testamento solidale. Scopriamo che è possibile farlo senza rischi e senza ledere i diritti dei nostri cari, anche se non siamo ricchi. Ne parliamo con Emanuela Di Pietro, Presidente del Comitato Testamento Solidale, Andrea Fiorelli Bertoli, componente della commissione comunicazione del Consiglio Nazionale del Notariato, Flavia Fiocchi, Consigliere Nazionale del Notariato, e Luca Isotti, consigliere del Comitato Testamento Solidale.

In questa puntata ti raccontiamo il grande impatto dei lasciti nella ricerca, nella medicina e nell’assistenza ai malati. Ci accompagneranno in questo racconto Paolo Di Fiore, ricercatore della Fondazione AIRC per la Ricerca sul Cancro, Mario Alberto Battaglia, presidente della Associazione Italiana Sclerosi Multipla, Giuseppe Zanferrari, direttore di gestione della Fondazione Ricerca sulla Fibrosi Cistica, e Luciana e Rodolfo Mazzola, che hanno scelto di destinare una parte dei loro beni a VIDAS.

In questa puntata parleremo di “lasciare il segno”, “fare la differenza”, “lasciare l’impronta”. Ne perliamo con Mauro Magatti, professore di sociologia della Cattolica di Milano, Lavinia Della Croce di Save the Children, Erika Larcher di Amref Health Africa, Giulia Bussotti di Greenpeace e Rocco Berardo della Associazione Luca Coscioni.

In questa puntata ti porteremo in giro, nei luoghi in cui la vita riempie gli spazi, in cui i destini di tanti si incrociano grazie alla traiettoria della vita di qualcuno che non conoscono e che non conosceranno mai. Ne parleremo con Flaviano Zandonai, sociologo, autore di “Dove”. Saranno ospiti Stefania Censi di Unicef, Alessandra Carancini della Lega del Filo d’Oro, Roberto Valcanover presidente di AIL, Luigi Frati presidente dell’Istituto Pasteur, Alberto Sinigallia presidente della Fondazione Arca.

In questa puntata parliamo di arte, di artisti, di opere che lasciano il segno. Parliamo anche di sport. In questa puntata divaghiamo un po’ ma sempre tenendo il filo rosso del parlare di eredità, dell’essere eredità e di lasciare un segno in questi territori della vita. Sono con noi: Boris Sollazzo critico cinematografico e direttore di the Hollywood Reporter. Mario Luzzato Fegiz, decano dei critici musicali italiano. Fulvio Collovati, calciatore, campione del mondo di calcio nel 1982.

Nell’ultima puntata tiriamo le somme di questo viaggio che ha provato a raccontarti il mondo del lascito solidale. Oggi parleremo dell’età della vecchiaia, una età c’è ancora spazio per i sogni, i progetti, il futuro, per fare qualcosa di grande. Ne parleremo con un grande regista: Pupi Avati.

Post aggiornato il 17/06/2024.

La mia eredità: la serie podcast del Comitato Testamento Solidale

La mia eredità: la serie podcast del Comitato Testamento Solidale

per scoprire come tutti possiamo lasciare un segno,
anche quando non ci saremo più

Al centro delle otto puntate del podcast, realizzato in collaborazione con VITA, il desiderio umanissimo di lasciare una traccia del proprio passaggio e il racconto delle opere straordinarie che si realizzano quando questo desiderio incontra la solidarietà, attraverso un gesto concreto come il lascito solidale.
Le prime 4 puntate sono già disponibili sulle principali piattaforme di streaming.

Roma, 11 giugno 2024 – Da martedì 11 giugno, è disponibile sulle principali piattaforme di streaming “La mia eredità”, la serie podcast in 8 episodi del Comitato Testamento Solidale che racconta i gesti di chi sceglie di fare la propria parte per consegnare un futuro migliore alle nuove generazioni.

Al centro delle otto puntate del podcast, realizzato in collaborazione con VITA, c’è il desiderio umanissimo di lasciare una traccia del proprio passaggio e il racconto delle opere straordinarie che si realizzano quando questo desiderio incontra la solidarietà. Il testamento solidale è uno straordinario strumento di generosità che ognuno di noi ha a disposizione per lasciare un segno, anche quando non ci saremo più. Scegliere di destinare una parte del patrimonio ad un’organizzazione non profit, consente infatti di sostenere post mortem un progetto benefico contribuendo a cause importantissime: dal contrasto alla povertà alla lotta alla fame, dalla cura delle persone con malattie degenerative e disabilità alla ricerca scientifica, dalla salvaguardia dell’ambiente alla difesa dei diritti umani.

Il Comitato Testamento Solidale riunisce 27 autorevoli organizzazioni non profit, con l’obiettivo di informare e sensibilizzare gli italiani sull’importanza del lascito solidale. E in undici anni di campagne, da quando il Comitato è nato, è certamente cresciuta la consapevolezza e l’attitudine verso questo straordinario strumento di solidarietà concreta: se nel 2013, quando il Comitato è nato, il 45% degli italiani non aveva mai sentito parlare del testamento solidale, oggi l’82% degli italiani lo conosce e l’8% degli over 50 dichiara di aver già fatto o che certamente farà un testamento solidale.

«Il podcast “La mia eredità” è un’iniziativa nuova, che si aggiunge a quelle già realizzate nel tempo dal Comitato Testamento Solidale, rivolta questa volta a un pubblico molto ampio e probabilmente anche un po’ più giovane per parlare in modo semplice del significato del lascito solidale e dell’importanza che esso ha per sostenere le organizzazioni non profit nei loro vari campi di attività – sottolinea Rossano Bartoli, portavoce del Comitato Testamento Solidale e presidente della Lega del Filo d’Oro – Uno strumento alla portata di tutti, perché non è vero che per fare un lascito solidale bisogna avere un grande patrimonio, e che consente alle organizzazioni di programmare al meglio il proprio futuro, anche nell’ottica della crescita e dello sviluppo».

La mia eredità” è un grande racconto di attimi che diventano capolavori e parole che diventano immortali. Sono le parole di una canzone eterna come Caruso, con Mario Luzzatto Fegiz che ricorda la telefonata che Lucio Dalla gli fece subito dopo averla scritta ma anche i frammenti della indimenticabile notte del 1982 in cui l’Italia alzò al cielo la Coppa dei Mondiali, raccontata da Fulvio Collovati. Sono la consapevolezza e sincerità del racconto del gigante del cinema italiano Pupi Avati, che spiega, nella puntata conclusiva del Podcast, come non ha paura di fare i conti con l’età grande che sta vivendo. Sono le testimonianze semplici ma straordinarie di Alessandra, Anna, Luciana e Rodolfo, che hanno già scelto di fare un testamento solidale e quelle altrettanto intense di chi, grazie a loro, sta facendo la differenza per tante persone. Una puntata dopo l’altra, “La mia eredità” ci fa entrare dentro storie e luoghi: i laboratori in cui i ricercatori cercano una cura per il cancro o l’ospedale della Sierra Leone in cui non si sono mai visti così tanti bambini nati vivi. Di luoghi così, nati da un lascito, sono piene le nostre città.

Altri episodi invece hanno un taglio più curioso. Quali parole usiamo (o non usiamo) per parlare della morte? Cosa significa il nostro desiderio di lasciare un segno? Perché nei film l’eredità è quasi sempre ciò attorno a cui le famiglie si spaccano? Vera Gheno, Ines Testoni, Boris Sollazzo, Mauro Magatti e tanti altri ci regalano riflessioni sorprendenti, che portano a una domanda: e tu, a un lascito solidale ci hai mai pensato?

La mia eredità” è un podcast di VITA e Comitato Testamento Solidale. Da un’idea di Sara De Carli, voce narrante di Francesco Facchini. Con interviste a Rossano Bartoli, Paolo Anselmi, Alessandra De Luca, Vera Gheno, Ines Testoni, Emanuela Di Pietro, Andrea Fiorelli Bertoli, Flavia Fiocchi, Luca Isotti, Paolo Di Fiore, Mario Alberto Battaglia, Luciana e Rodolfo Mazzola, Mauro Magatti, Lavinia Della Croce, Giulia Bussotti, Erika Larcher, Rocco Berardo, Flaviano Zandonai, Roberto Valcanover, Alessandra Carancini, Stefania Censi, Luigi Frati, Alberto Sinigallia, Boris Sollazzo, Mario Luzzatto Fegiz, Fulvio Collovati, Pupi Avati. Le prime quattro puntate (Citofonare Ca Granda; Cosa farò da morto; Così cade un tabù; Io avrò cura di te) sono già disponibili sul sito www.vita.it e su tutte le principali piattaforme di fruizione di podcast; le altre quattro puntate (Lascia il segno; Spazi pieni di vita; L’eredità immortale; Iniziare dalla fine) saranno disponibili da lunedì 17 giugno.

Del Comitato Testamento Solidale fanno attualmente parte 27 organizzazioni non profit: AIL, AISM, Fondazione Don Carlo Gnocchi, Fondazione Lega del Filo d’Oro, Save the Children, Airalzh – Associazione Italiana Ricerca Alzheimer, Aiuto alla Chiesa che Soffre, Amref, Associazione Luca Coscioni, Centro Benedetta d’Intino, Comitato Italiano per l’UNICEF Fondazione ETS, Fondazione AIRC per la ricerca sul cancro, Fondazione Humanitas per la Ricerca, Fondazione L’Albero della Vita ETS, Fondazione Mission Bambini ETS, Fondazione Operation Smile Italia ETS, Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro, Fondazione Policlinico Universitario Campus Bio-Medico, Fondazione Progetto Arca, Fondazione per la Ricerca sulla Fibrosi Cistica ETS, Fondazione Telethon ETS, Fondazione Umberto Veronesi, Greenpeace, Istituto Pasteur Italia, Smile House Fondazione ETS, Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti ETS-APS, VIDAS.

Accedendo al sito www.testamentosolidale.org è possibile avere un’esaustiva panoramica sui progetti e le iniziative realizzate dalle associazioni non profit che aderiscono al Comitato Testamento Solidale e scaricare la Guida ai lasciti solidali che offre informazioni ampie e dettagliate sull’argomento.

>> Ascolta il Podcast dedicato ai Lasciti Solidali <<

Il lascito solidale è donna: l’intervista a Maura Gancitano

Nessuna provocazione. Il lascito solidale è donna e ce lo dicono i numeri. Basandoci sull’esperienza delle 28 organizzazioni che compongono il nostro Comitato, abbiamo appurato come nel 70% dei casi i lasciti testamentari sono fatti da donne. Ma come mai questa tendenza? Ne abbiamo parlato con Maura Gancitano, filosofa, saggista e autrice, con Andrea Colamedici, del progetto di divulgazione Tlon.

 

Lascito solidale femminile: una questione culturale

La propensione verso la cura è da sempre stata una prerogativa quasi esclusivamente femminile; quindi, non stupisce il fatto che la stipula dei testamenti solidali presenti uno sbilanciamento totale verso la donna.

“Le donne si sono sempre fatte carico dei ruoli di cura e supporto nelle comunità – ci spiega Maura Gancitano – e forse per questo si avvicinano più spesso al lascito solidale: sono consapevoli di quanto siamo interdipendenti e quanto conti essere responsabili nei confronti degli altri. Questa consapevolezza non è una questione naturale o biologica, ma una questione d’esperienza: il carico dei lavori di cura e le difficoltà economiche affrontate dalle donne mostrano con chiarezza la necessità di scegliere la solidarietà come uno dei valori portanti della società”.

 

La cura è per tutti

Sembra una questione di genere, ma non lo è. Quantomeno non in senso strettamente biologico. Le donne non hanno una maggiore propensione al lascito solidale perché sono naturalmente più “buone” degli uomini, ma per motivi di sviluppo sociale e culturale.

L’educazione impartita negli anni “ha spinto gli uomini a dover rispettare certi standard, contenuti sociali che hanno molto a che fare con l’accumulare denaro – ha affermato la Gancitano in un’intervista con Nadia Ferrigo de La Stampa – Ma così si perde il senso di poter essere utili in una dimensione collettiva. Gli uomini non sono educati alla cura, quasi come avessero una carenza biologica oppure qualche cosa che non sono capaci di sviluppare”.

L’inversione di rotta sarebbe la soluzione individuata da Maura Gancitano che spiega: “Oggi occorre che la cura non sia più associata unicamente al genere femminile, ma che diventi una questione umana, e che quindi possa spingere sempre più persone a compiere scelte come il testamento solidale.”

 

*fotografia di copertina di Rino Bianchi

Fondazione Don Carlo Gnocchi: un lascito per il progresso

Fondata da don Carlo Gnocchi per assicurare cura, riabilitazione e integrazione sociale a mutilatini e poliomielitici, la Fondazione ha ampliato nel tempo il proprio raggio d’azione e la propria attività per rispondere ai bisogni emergenti delle persone più fragili.

Da fine 2018 all’Irccs Santa Maria Nascente della Fondazione Don Gnocchi di Milano è attivo un reparto per la presa in carico di pazienti con gravi cerebrolesioni acquisite. «Un progetto che la Fondazione aveva in mente da tempo e che grazie a un importante lascito ha potuto realizzare», spiega il dottor Jorge Navarro, responsabile del reparto. «Prima, in questi spazi, c’era la riabilitazione neurologica, ma grazie al lascito di 300mila euro della famiglia di Alba si è potuto realizzare un nucleo specifico e soprattutto acquisire le attrezzature più moderne e potenziare il personale dedicato», osserva Navarro. In un Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico (Irccs), sono una cinquantina in Italia, «è importantissimo avere un reparto come questo», sottolinea.

 

Un’accoglienza ad hoc garantita da un lascito alla Don Carlo Gnocchi

I pazienti ricoverati nel reparto sono tutti ad alta complessità: «Sono persone che sono rimaste in coma per un tempo prolungato e hanno riportato delle cerebrolesioni. Spesso arrivano da noi con disabilità motorie e cognitive, con disordine di coscienza e per poterli accogliere è necessario avere attrezzature e un’organizzazione ad hoc», continua il responsabile del reparto.
Qui, grazie a un lascito, la Fondazione ora accoglie 13 pazienti nell’unità a maggior carico e altri 12 nell’area riabilitativa. «I pazienti sono monitorati H24, grazie anche alle risorse tecnologiche acquistate. Dall’isola infermieristica la video sorveglianza è continua. Il reparto è dotato anche di verticalizzatori elettrici ed altri apparecchi necessari alla riabilitazione», illustra Navarro.

 

Un piccolo gesto che aiuta molte persone

Accanto alla strumentazione, fondamentale è anche l’équipe assegnata al reparto che può contare su quattro medici, tra cui due neurologi e un fisiatra, fisioterapisti, logopedisti, un terapista occupazionale, un neuropsichiatra e uno psicologo clinico, infermieri e Oss.

«L’équipe dedicata ad alta specializzazione è composta da 35 operatori, perché il nostro reparto funziona come se i pazienti fossero ancora in rianimazione ma il nostro focus è puntato sulla loro riabilitazione», prosegue Navarro, per il quale a fare la differenza è stata proprio l’importante donazione che ha permesso «di offrire ai nostri pazienti il meglio, in una città come Milano». Il dipartimento per la cura e la riabilitazione delle gravi cerebrolesioni acquisite della Fondazione Don Gnocchi, di cui fa parte il reparto milanese, ha nove unità distribuite in tutta Italia, con 120 posti letto e accoglie, ogni anno, circa 400 pazienti.

Da paziente ad attivista della Fondazione Veronesi: la storia di Gigliola

«Sono una donna di 57 anni, salvata dalla ricerca scientifica. Ecco perché lascerò parte della mia eredità a Fondazione Umberto Veronesi». Le motivazioni che hanno spinto Gigliola Foglia a intestare una polizza vita alla Fondazione sono cristalline, granitiche. Le porta scritte sulla propria pelle.

 

La scoperta del lascito solidale

«Quattro anni fa mi è stato diagnosticato un carcinoma mammario e ho intrapreso un percorso di cura e terapie per guarire. Col passare del tempo poi mi sono sempre documentata sull’importanza della ricerca scientifica per l’avanzamento e il miglioramento delle cure per combattere i tumori».

Qualche tempo dopo, leggendo un giornale, Gigliola ha scoperto che avrebbe potuto destinare a Fondazione Umberto Veronesi delle somme di denaro, quadri, gioielli, appartamenti, ma anche una polizza assicurativa, per sostenere la ricerca scientifica d’eccellenza.

«Avevo da parte qualcosina», racconta. «Ossia l’eredità dei miei genitori, più il capitale della mia pensione integrativa. Non avendo eredi diretti, poiché non ho avuto figli, mi sono detta: “Ma sì, dai, posso farlo anche io. Perché no?”. Le procedure sono state estremamente semplici».

 

Un testamento alla Fondazione Veronesi per continuare ad aiutare

«Intestare a Fondazione Umberto Veronesi la mia polizza è stata una scelta dettata dal desiderio di dare il mio concreto contributo per essere al loro fianco, per continuare fattivamente a sostenere la ricerca scientifica e poter, in questo modo, aiutare altre persone malate. Sono assolutamente sicura che ogni somma, anche piccola andrà a buon fine. Ma è stato anche un modo per contrastare l’apatia morale di chi si volta dall’altra parte, dimenticando i più bisognosi».

Gigliola ha fatto dell’impegno civile e sociale un mantra della propria esistenza. Terminata la convalescenza, è diventata anche una volontaria di Fondazione: «Sono responsabile di un banchetto per l’evento nazionale, nato per raccogliere fondi a sostegno della ricerca scientifica sui tumori che colpiscono i bambini e gli adolescenti, che si tiene ogni anno ad aprile. E sono una sostenitrice mensile anche di altre associazioni che si dedicano alla salute degli individui e a quella degli animali. È un impegno che ho preso tempo fa e che vorrei che continuasse anche quando non ci sarò più».

Anche la pandemia ha rafforzato le sue convinzioni: «Questo periodo molto difficile», conclude Gigliola, «ha reso ancora più evidente che, per reagire all’indifferenza, l’unico anticorpo efficace è davvero la solidarietà che travalica i limiti del tempo, dello spazio, del corpo».

DONATRICI, VOLONTARIE, OPERATRICI: LA SOLIDARIETÀ È UN MONDO AL FEMMINILE

DONATRICI, VOLONTARIE, OPERATRICI: LA SOLIDARIETÀ È UN MONDO AL FEMMINILE
IL COMITATO TESTAMENTO SOLIDALE: “DONNE PIÙ INCLINI ALLA GENEROSITÀ
ANCHE NEL MOMENTO DELLE ULTIME VOLONTÀ”

Il lascito solidale è uno strumento sempre più noto e prescelto dagli italiani e, soprattutto, dalle italiane. Un’indagine condotta dal Comitato Testamento Solidale, infatti, certifica che le donne sono più inclini al lascito solidale: un dato che si aggiunge ad una generale maggiore propensione verso il mondo del non profit, sia dal punto di vista dell’inclinazione alla donazione, sia rispetto al coinvolgimento attivo come «addetti ai lavori» del Terzo Settore.

Secondo quanto riportato nell’edizione 2023 di “Noi doniamo”, report realizzato dall’Istituto Italiano della Donazione, l’identikit del donatore italiano fa emergere una maggiore predisposizione delle donne al dono: il 52% degli individui che donano sono donne, 4 punti percentuali in più dei soggetti di genere maschile, che si attestano sul 48%. Ma non si tratta semplicemente di una generica maggior inclinazione: se si guarda agli specifici strumenti di donazione, come ad esempio il lascito solidale, ad essere maggiormente propense sono sempre le donne. Lo certifica un’indagine recentemente promossa dal Comitato Testamento Solidale tra le 28 organizzazioni aderenti: per il 69,2% delle onp a donare un lascito testamentario sono donne, mentre per il 31% il testamento solidale viene scelto in egual misura da uomini e donne. In generale, i dati della partecipazione femminile al mondo del Terzo settore sono molto alti: oltre il 75% di chi opera nel Terzo Settore è donna ed è in maggioranza femminile l’utenza dedita agli acquisti solidali.

È innegabile il contributo e la spinta significativa che le donne danno alla missione degli enti non profit, sia perché costituiscono la maggioranza degli «addetti ai lavori» nella raccolta fondi e nella comunicazione del Terzo Settore, sia perché, ci confermano i dati della nostra ultima survey, un numero sempre maggiore di donne sceglie di intraprendere la strada della generosità post mortem.” dichiara Rossano Bartoli, portavoce del Comitato Testamento Solidale e presidente della Lega del Filo d’Oro.

La storia antica e recente è costellata di donne che, attraverso gesti di generosità, hanno cambiato in meglio e concretamente la vita di altre persone. Ci sono casi celebri del passato, come quello di Lina Cavalieri, cantante lirica del primo Novecento, che nominò nel suo testamento il figlio Alessandro come erede universale, “col solo incarico di versare alla Reale Accademia di Santa Cecilia in Roma Lire centomila per la istituzione di una borsa di studio di canto per una giovinetta bisognosa della provincia di Roma”. Più nota ancora è la scelta di Melinda Gates, che, insieme al suo ex marito Bill Gates, ha destinato gran parte del proprio patrimonio alle cause benefiche attraverso la loro Bill & Melinda Gates Foundation. È poi recentemente balzata agli onori della cronaca la vicenda che vede coinvolta la trentunenne austriaca Marlene Engelhorn, discendente di Friedrich Engelhorn, fondatore della BASF, una delle più grandi aziende chimiche al mondo e diventata multimilionaria con l’eredità ricevuta alla morte della nonna. Marlene, da sempre impegnata su temi di equità sociale, ha scelto di istituire un comitato democratico per decidere come redistribuire parte della fortuna ereditata, perché andasse a beneficio della comunità.

Tuttavia, la scelta di lasciare tutti o parte dei propri beni in favore di cause benefiche non è appannaggio soltanto di personalità celebri o particolarmente abbienti, ma è sempre più diffusa anche tra i comuni cittadini, non necessariamente detentori di grandi patrimoni: “Ovviamente casi straordinari come quelli di Marlene Engelhorn o Melinda Gates diventano oggetto di interesse da parte dei mezzi di comunicazione, e sono da esempio per tutti. Ma non dobbiamo dimenticarci che chiunque ha la possibilità di fare un lascito in favore di uno o più enti non profit. Quello che con il Comitato Testamento Solidale raccontiamo e spieghiamo ormai da dieci anni è proprio questo: un lascito solidale è un gesto alla portata di tutti e non occorrono patrimoni importanti o una posizione sociale di privilegio per decidere di lasciare una piccola eredità in favore di una causa benefica” conclude Bartoli.

Del Comitato Testamento Solidale fanno attualmente parte 28 organizzazioni non profit: AIL, AISM, Fondazione Don Carlo Gnocchi, Fondazione Lega del Filo d’Oro, Save the Children, Airalzh – Associazione Italiana Ricerca Alzheimer, Aiuto alla Chiesa che Soffre, Amref, Associazione Luca Coscioni, Centro Benedetta d’Intino, Comitato Italiano per l’UNICEF Fondazione ETS, COOPI – Cooperazione Internazionale, Fondazione AIRC per la ricerca sul cancro, Fondazione Humanitas per la Ricerca, Fondazione L’Albero della Vita ETS, Fondazione Mission Bambini ETS, Fondazione Operation Smile Italia ETS, Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro, Fondazione per la Ricerca sulla Fibrosi Cistica ETS, Fondazione Progetto Arca, Fondazione Telethon ETS, Fondazione Umberto Veronesi, Greenpeace, Istituto Pasteur Italia, Smile House Fondazione ETS, Università Campus Bio-Medico, Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti ETS-APS, VIDAS.

Accedendo al sito www.testamentosolidale.org è possibile avere un’esaustiva panoramica sui progetti e le iniziative realizzate dalle associazioni non profit che aderiscono al Comitato Testamento Solidale e scaricare la Guida ai lasciti solidali che offre informazioni ampie e dettagliate sull’argomento.

Amref Health Africa: il contributo di Andrea

Fondata nel 1957 in Kenia, Amref Health Africa è la più grande organizzazione sanitaria africana che opera nel continente. Promuove progetti di salute nelle aree più isolate affinché ogni persona si veda riconosciuta la possibilità di vivere dignitosamente e dar forma al proprio futuro. Fare un lascito solidale ad Amref vuol dire dare la possibilità a chi ne ha più bisogno di essere sano e libero di costruirsi una propria vita.

 

Un piccolo gesto per Andrea, un grande passo per Amref

Lo sa bene Andrea che con Amref Health Africa ha un rapporto ormai consolidato. «Sono un papà e un nonno di 85 anni. Ho figli e nipoti ai quali spero di lasciare in eredità soprattutto i miei valori, insieme al frutto del mio lavoro. Una parte dei miei risparmi però andrà ad Amref. Credo che non sarà una privazione per la mia famiglia e sono certo che quello che donerò si trasformerà in qualcosa di grande».

Per quarant’anni, Andrea è stato un pediatra volontario in Africa: ha trascorso lunghi periodi in Kenya e Somalia, ma è soprattutto in Burundi che ha lasciato il cuore. Ha spesso trascorso lì le sue ferie, nei progetti del Comitato Collaborazione Medica, realtà che nel 2020 si è fusa con Amref per accrescere l’impatto dei suoi interventi.

«Mia moglie Paola mi ha sempre accompagnato e non ha mai voluto fare “la moglie di”. Benché geologa, ha seguito un corso alla Croce Rossa e si è dedicata alla cura dei bambini, affiancando e formando gli operatori
sanitari locali insieme a me. In tanti anni di lavoro abbiamo dato vita a un centro trasfusionale e avviato un ambulatorio per i bambini malnutriti». L’impegno proseguiva anche in Italia, dove Andrea e Paola dopo aver coinvolto un gruppo di amici hanno iniziato ad andare nelle scuole per parlare di Africa e a organizzare banchetti per la vendita solidale di torte e prodotti di artigianato. «Ci siamo sempre impegnati in prima persona con coscienza civile. Lo abbiamo fatto per tutta la vita».

 

Anni di attivismo che hanno lasciato un’impronta

Tanti anni di partecipazione alle attività di Amref Health Africa si sono tradotti anche nella volontà di sottoscrivere un lascito testamentario. «Ho sempre pensato che fosse un dovere fare la mia parte per migliorare la vita delle persone più vulnerabili, che non hanno la possibilità di accedere ai servizi di salute. Credo molto nella formazione del personale sanitario locale e con il mio lascito vorrei continuare a contribuire affinché siano gli africani, ogni giorno, a prendersi cura dell’Africa».

Con Amref i protagonisti del cambiamento sono i beneficiari stessi degli interventi. Il lascito di Andrea si trasformerà in cure e assistenza, educazione, accesso all’acqua e formazione.
«Anche oltre la mia vita, potrò dare il mio contributo per allontanare i bambini da malattie e povertà». Andrea ha vissuto il suo impegno di medico come un servizio ai più fragili e ha condiviso questi valori con la sua famiglia. Anche i suoi figli sono volontari e donatori. «Siamo una famiglia che non ha mai distolto lo sguardo dagli altri. Ne sono molto orgoglioso».